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mercoledì 28 giugno 2023
Ossimoro.
Ah... Pure?
Questa è una lettera ad una persona che è stata "presente" nella mia vita negli ultimi anni e che oggi, in un certo senso, non c'è più. Le nostre strade si sono divise così come si erano intrecciate: nel niente.
Accendo un jukebox dandogli un colpetto con la mano.
Parte Mad World di Gary Jules.
martedì 27 giugno 2023
Matrioska.
lunedì 26 giugno 2023
Un treno per dove i pensieri fanno male.
domenica 25 giugno 2023
Facciamo finta.
sabato 24 giugno 2023
Pensieri tra le scintille.
Qualche giorno fa ero intento a completare un lavoro di carpenteria insieme ad un collega. Mancava poco meno di un'ora alla fine del turno e mentre lavoravamo si chiacchierava del più e del meno. Mi raccontava in particolare della fede ortodossa di sua moglie. Lui cattolico convinto. I due hanno una figlia in età scolastica alla quale hanno impartito una fede cattolica. Mi son chiesto: chi avrà deciso questa cosa? «Mia figlia ha già fatto battesimo, comunione e cresima» ha continuato lui. Poi ha parlato di una compagna di scuola di sua figlia che avrebbe i genitori che seguono i Testimoni di Geova. «Ma tu pensa, come si può insegnare una religione come questa ad una bambina? È ovvio che poi non prenderà più i sacramenti.» A quella affermazione detta con tanta convinzione mi sono trattenuto dall'alzare gli occhi al cielo ed esclamare: "Mioddio." Invece - come il più delle volte - ho semplicemente annuito e continuato ad ascoltare sempre più curioso e tristemente divertito. «Secondo me non è giusto imporre una religione ai bambini piccoli» ha continuato a spiegare lui, mentre a me torna in mente la figlia con l'intera collezione di sacramenti cattolici.
Le religioni, tutte, creano confusione. Ci distolgono dalla ricerca e non solo. È come se lanciassero fumogeni sul nostro percorso, impedendoci di vedere. La religione ti da un seme che non germoglierà mai. E non voglio essere negativo, cinico o pessimista. Le religioni hanno la tendenza a non farci porre troppe domande. Si ostinano però da duemila anni a raccontarci la stessa storia per farci imparare qualcosa che memorizziamo alla lettera. La religione, e mi riferisco al legame con Dio, è invece tutt'altra cosa. Un legame, un rapporto, una relazione sono tutte situazioni che prevedono uno scambio. Non voglio andare troppo oltre. Quando ascolti in loop non c'è spazio per la curiosità. Nel silenzio, invece, avvengono le cose più potenti dell'universo. Ritengo che le religioni si facciano in quattro per farsi ascoltare quando parlano di Dio, piuttosto che mostrarti come trovarlo davvero. Ti vogliono convincere che è lì anche se non riesci a vederlo. Questo mette in uno stato di confusione.
Le religioni sono istituzioni vere e proprie e queste hanno dinamiche interne che si ripercuotono all'esterno, oltretutto sono formate ed appunto istituite da persone. Questa confusione che in maniera del tutto naturale si viene a creare allontana dalla vera salvezza, dalla verità che continua ad essere nascosta. Dio gioca a nascondino con ognuno di noi. Non è lui a nascondersi perché sta ancora contando. E continuerà a farlo per darci l'illusione spensierata di una partita tutta da giocare, ma che invece abbiamo perso in partenza. Dio non è buono. Questo toglitelo dalla testa. Anzi, facciamo così, togliamoci dalla testa il concetto di buono e cattivo. A Dio piace andare oltre e segue la politica del fine che giustifica i mezzi, ma non comprendiamo nessuno dei due. Questo perché l'illusione della scelta ci fa sentire in un mondo aperto, quando in realtà siamo in gabbia.
Il mio collega riprende a smerigliare un pezzo d'acciaio. Dopo poco si interrompe e torna a rivolgersi a me chiedendomi «Ho ragione o no?»
Mioddio.
giovedì 22 giugno 2023
Sogno di una torrida notte estiva.
mercoledì 21 giugno 2023
La gestalt della solitudine.
martedì 20 giugno 2023
Il viaggio in un Soffio #3 - Segreto.
Ehi, basta piangere adesso. Dobbiamo rimanere lucidi.
Avverto molta tristezza in questo posto.
Non è tristezza quella che stai respirando.
È qualcosa che non hai mai sentito prima.
E cosa?
Malinconica nostalgia di qualcosa che sai di sapere
ma che non riesci a ricordare.
Di cosa stai parlando?
Chiediti in maniera chiara e serena chi sei.
Risponditi in modo onesto e aperto.
Io... non credo di ricordarlo.
Parlo proprio di questo.
È questo il motivo per il quale
non ricordiamo con esattezza
come abbiamo fatto a trovarci qua.
Abbiamo dimenticato. Come abbiamo potuto?
Non lo so ma nel tempo mi sono fatto l'idea
che è più probabile ci abbiano fatto dimenticare.
Chi potrebbe essere stato?
La domanda più importante è: perché?
E qual è la risposta?
È un segreto. Per quello non vogliono che ricordiamo.
Non puoi dirmelo?
Lo sto ancora scoprendo.
Una volta ho trovato questo pezzo di carta. Guarda, leggi qui.
"Conosci te stesso."
Esattamente. Il segreto è conoscersi.
Ed è molto più di un segreto, è una chiave per aprire la porta.
Come posso conoscermi se non ricordo chi sono?
Interrogandoti, naturalmente.
Continua...
lunedì 19 giugno 2023
domenica 18 giugno 2023
Cinema.
Le parole non sono in grado di spiegare tutto. Nè tantomeno di raccontare qualcosa. Per questo adoro il cinema. Con una semplicità spiazzante riesce a trasmettere nel giro di pochi frame al secondo un'idea, una sensazione o una situazione. E questa è una cosa molto difficile da fare attraverso le parole. Lasciano troppo spazio all'interpretazione perché fanno percorsi diversi all'interno di ognuno di noi, prima di arrivare. Ci affidiamo tanto a loro. Avevo una maestra alle scuole elementari che sosteneva che in un ipotetico duello tra una persona che conosceva dieci parole contro un'altra che ne conosceva ben cento avrebbe vinto sempre quest'ultima. Potrebbe essere l'ottima base per un ragionamento che potrei sviluppare, ma non lo farò perché mi basta dire che si comunica a diversi livelli dal mio punto di vista. Ad ogni modo il cinema è quello più immediato, chiaro ed efficiente oltre che molto versatile. Potrei fare un primissimo piano ad una parola tipo facendo così senza che tuttavia la maggior parte delle persone riesca veramente ad apprezzarlo, o studiarlo per comprenderlo. Invece l'immagine (fotografia), sopratutto in movimento (cinema), ti restituisce un feedback quasi simultaneo facendo scaturire emozioni in chi guarda reali, che sanno di empatia. Perché spesso le abbiamo immaginate o, non di meno, vissute. Il cinema è uno specchio mentre la parola un simbolo da interpretare. Se uso le parentesi (in questo modo) è perché voglio darti un'ampia visuale della scena. Quanto ci piacciono le colonne sonore dei film che più amiamo? Perché è un ulteriore canale di comunicazione sfruttato dal cinema: il suono. Nello specifico la musica, oltre che le voci nei dialoghi. E la musica nei film è un po' come rendere poesia una prosa, mettendola in rima baciata.
Personalmente spesso mi sento in una sala cinematografica vuota se non per la presenza di un unico altro spettatore che, però, è seduto proprio davanti a me. Impedendomi la visione del miglior film che io abbia mai visto.
Qualcosa di Jago.
venerdì 16 giugno 2023
Il mio lato sottovento.
Cantastorie.
giovedì 15 giugno 2023
mercoledì 14 giugno 2023
Si spengono le luci.
martedì 13 giugno 2023
Per ammazzare il tempo.
Mi massaggio le tempie. Come a volere stimolare il parto di un nuovo pensiero. Pensa, pensa. Cerco un'idea per una risposta, una soluzione o un'illuminazione. Mi sto spremendo per calcolare un valore infinito, sapendo che qualsiasi valore io possa pensare non sarà mai abbastanza. Consapevole che stai giocando una partita infinita con la mia mente. Tu mi dici cercami, non trovami. Questo mi ci son voluti degli anni per comprenderlo. Eppure non ho mai smesso di cercare perché lo sai, è una mia caratteristica. Da sempre ed in modi diversi mi chiedo quale debba essere considerata la cosa più elevata che possa fare un essere vivente. Oggi continuo a rispondermi che è la ricerca stessa. Finalizzata alla conoscenza. E non esclusivamente di cosa ci possa essere oltre ma parlo di costruire una consapevolezza di noi stessi in quanto singoli. Fondamentalmente siamo soli. Tutti. Siamo soli insieme. Il nostro percorso di vita è nostro e lo percorriamo da soli. Le persone che abbiamo intorno le abbiamo, appunto, intorno. La domanda più potente non è Chi sei? ma Chi sono io? Una spinta vitale che ci fa saltare in noi stessi, oltre noi stessi. Facendoci fare una elegante piroetta a mezz'aria davanti ad un pubblico cieco.
lunedì 12 giugno 2023
Sesto senso.
domenica 11 giugno 2023
Vecchio sogno ricorrente #2
Tutt'oggi faccio molto spesso un sogno. Questo si presenta il più delle volte allo stesso modo: dopo un falso risveglio. Raramente con varianti minime.
Una figura femminile mi sussurra qualcosa all'orecchio e d'un tratto ogni cosa mi è chiara. Mi riprometto di ricordarmi le parole appena sentite una volta sveglio. Tocco allora qualcosa intorno a me (quasi sempre una parete di cemento) per rendermi conto se la situazione è reale.
Mi sveglio con la sensazione di aver mandato in tilt il sogno.
Non ricordando più il messaggio.
Ti ho strappato un petalo.
Il ragno pensieroso.
Sto tessendo la mia tela,
dice il ragno pensieroso.
La articola con cura,
ed è pure velenoso.
Dovresti averne paura,
più tesse e più diventa ambizioso.
Con le prede che cattura
non le mangia, per lui è solo un gioco.
Spesso le osserva, senza premura
e solo alla fine gli fa la puntura.
Il suo veleno è un pensiero,
che sembra un sogno
fin troppo vero.
sabato 10 giugno 2023
venerdì 9 giugno 2023
Il viaggio in un Soffio #2 - Presenze.
Vuoi andare ancora più a fondo?
Esatto.
E perché?
È la sola cosa che possiamo fare arrivati a questo punto.
Soffio...
Sì?
Sento una presenza.
Ti ci abituerai. Questo posto è pieno di presenze.
Ci faranno del male?
Non so risponderti, purtroppo.
So che per il momento si limitano ad osservarci.
E tu, come sei finito qua dentro?
Stavo cercando e mi son smarrito.
Non ricordo con esattezza.
Cosa ci succederà adesso?
Non saprei dirtelo, io sto aspettando.
Qualcosa dovrà pur succedere.
Fai tante domande tu, eh?
Ho solo paura... Vorrei piangere.
Piangiamo insieme, allora.
Continua...
La chiara cura per una malattia non specificata.
giovedì 8 giugno 2023
Vivere o essere vivi.
Ghostwriter.
Per alcuni anni ho lavorato ad un romanzo. È partito tutto come un esorcismo. Avevo una storia da raccontare (non la mia) ed ho voluto provarci. Ho sempre pensato la storia funzionasse, si delineava un buon thriller psicologico con una aggiunta di questo e quello. Con qualche colpo di scena buttato qua e là. Incorniciato in una profonda catarsi. Con dei personaggi così vivi da sembrare reali. Un protagonista banale. E, per non farmi mancare nulla, una bella morale col fiocco.
Ne ho scritto intensamente, fino a quasi farmi sanguinare le dita contro la tastiera. Ho smesso di lavorarci pochi mesi prima di questo post. Chiedendomi ad ogni singola battuta quale parte di me stesse raccontando quella storia (che ripeto, non è la mia). Eppure dovevo raccontarla, era una cosa più forte di me. E più scrivevo e più mi rendevo conto che, no, non era di me che parlava. Questo mi lasciava con un po' di amaro in bocca e qualche pensiero incastrato tra le sinapsi, tipo per quale motivo io dovessi raccontare proprio quella storia se non mi riguardava.
Ero arrivato al punto in cui scriverne non mi piaceva più. Eppure ho continuato a farlo. Poi, ad un certo punto, ho avuto un' pensiero che mi ha portato a fermarmi. Il mio romanzo è incompleto*. È un delitto, questo. Per il semplice fatto che è l'aborto di un'idea. Un best seller mancato? No. Semplicemente un'idea. Ed a me è sempre piaciuto raccontare storie vere.
Il viaggio in un Soffio #1 - Scendiamo.
Soffio, dove siamo?
Non lo so, davvero, non lo so.
Come siamo finiti in questo posto? È tutto buio...
Non chiedermelo. Te lo avevo detto: ci saremmo persi in due.
Persi... Che significa? Come esco da qui?
Non credo si possa uscire. Non fino ad ora.
Non resta che proseguire.
Ma sei pazzo? E dove andiamo?
È tutto confuso qua, sembra tutto una contraddizione!
Una contraddizione? No, no.
È solo un paradosso.
Proseguiamo.
E dove possiamo andare?
Scendiamo, ovviamente.
Sempre più giù.
Continua...
mercoledì 7 giugno 2023
Il silenzio di Dio.
[Tema di oggi: Il silenzio di Dio]
Il rapporto con Dio è una cosa molto intima e personale.
Tutti gli ci rivolgiamo, in un modo o nell'altro.
Dio una volta parlava a tutti,
tutti lo sentivano ed in molti ne chiacchieravano.
Questo perché troppa gente si è sempre limitata a sentirlo.
Ho sentito la voce di Dio!
Andavano poi in giro ad urlare.
Personalmente, non ho mai sentito nessuno dire:
Ho ascoltato le parole di Dio.
Silenzio.
L'orizzonte degli eventi.
martedì 6 giugno 2023
Il motivo per cui scrivo.
lunedì 5 giugno 2023
Vecchio sogno ricorrente #1
Per un determinato periodo della mia vita, piuttosto lungo, ho avuto un sogno ricorrente:
Sono un passeggero a bordo di un aereo di linea in volo. Sono in dormiveglia e lascio sprofondare la testa nello scomodissimo poggiatesta della poltrona. D'un tratto, un silenzio irreale mi riporta alla realtà del sogno facendomi rendere conto che non sento più il rombo dei motori. Si sono spenti. Vengo preso dal panico. Mi giro portando la visuale alle mie spalle, lungo il corridoio centrale, per rimanere sotto shock nel vedere il resto dei passeggeri tranquilli, sereni. L'aereo picchia in caduta libera, prossimo all'impatto.
Mi sveglio.
Una sana necessità di chiarezza.
La voglia di sapere non è sempre indice di una sana necessità di chiarezza. Il più delle volte si tratta di una curiosità fine a sé stessa.
Trovo paradossale e snervante il fatto di non sapere assolutamente nulla di cosa io fossi prima di venire al mondo. Tantomeno cosa succederà nel momento in cui smetterò di esistere. Mi è chiaro di essere immerso in qualcosa nel quale non so nuotare*. Oltre che una condanna a morte, sembra tanto qualcosa che sa di tortura. Ma potrebbe anche essere qualcosa di onirico, un sogno. Siamo qualcosa di piccolo, potremmo essere il fragile pensiero di un’idea appena nata nella mente di un bambino che gioca al piccolo chimico. No, non sono pessimista anzi, mi piace pensare di avere una dignità particolare (scherzo). Tuttavia quello che mi fa davvero ben sperare è che quel bambino, in quanto superiore, debba essere necessariamente buono - ma non è da dare per scontato. In ogni caso siamo semplicemente fottuti. Ma possiamo pregare, se volete.
Ho letto qualcuno chiedere quale fosse l’aspetto più drammatico della condizione umana. L’ho trovata una domanda molto profonda e ben posta, allora ho provato a darmi una risposta. Ho subito pensato al dolore, alla sofferenza, e mi son detto che tutto deve avere un senso. Ho pensato ai due momenti più importanti di ogni essere vivente. La nascita e la morte, mi son venuti in mente. Ed hanno una cosa in comune, ossia che non dipendono da noi, soprattutto la prima. Mi verrebbe da pensare che il disegno finale non sia dei più idilliaci. Ad ogni modo, per rispondere alla domanda, mi sento di dire che la condizione umana è drammatica proprio per via della sua condizione di perenne ignoranza. Ignoriamo qualsiasi cosa. La nostra mente è limitata e, non sapendo cosa altro fare, si accontenta di poco. Molto poco. Viviamo una realtà così volutamente razionale, ordinata, che rispetta delle regole il più delle volte paradossali e, per questo, disordinata. Di non immediata comprensione. Non stiamo capendo un cazzo, in parole povere. Ma possiamo pregare, se volete.
* Annego.
sabato 3 giugno 2023
To my Ghost.
Ciao, è da tanto che non ci sentiamo.
Sono molte le cose che ti vorrei dire.
Non vorrei correre però il rischio di annoiarti, ancora.
Come in un dejavù scriverò ora cose che potresti non comprendere, ma sono le sole che ho per te.
Ormai non provo più a capire (bugia). Ma non potrò mai smettere di cercare un modo per uscirne. Io non lo voglio spiegato. Lo voglio contemplare da fuori. Già lo sento parte di me. E non è stato facile per me, in tutti questi anni, lo sai. Come son certo non lo dev'essere stato per te, in un modo o nell'altro. Ci sono stati alti e bassi, anche momenti molto, molto belli ed importanti, per me. Come son certo sarà stato per te. Io devo solo dar loro un senso, collocarli nella propria dimensione all'interno dell'assoluto. Trovare una dimensione nella quale collocare me. Trovare un equilibrio tra tutto e niente. Per schivare un altro "qualcosa." Ed io che mi sento immobile. Ho avuto dei problemi in passato, e lo sai. Come sai che li sto avendo adesso. Tutto si trasforma in poco tempo mentre tutto scorre, andiamo velocissimi. Ci propaghiamo come onde. Ogni onda è nuova, tuttavia sempre la stessa. È uno specchio nel quale ci siamo rivisti forse entrambi, reciprocamente. In un modo che ha fatto tanta paura.
Mi chiedo come tu stia. Cosa sia rimasto. Non ti auguro nemmeno una piccola parte di quello che in me è rimasto di te. La sua pesantezza. Non passerei tutto il dolore e la paura in me, nemmeno al mio peggior nemico in guerra. Mi sono colpevolizzato tanto, forse troppo, penso però che nessuno dei due lo abbia voluto davvero. Se non altro mi piace pensarlo. Mi hai comunque lasciato tanto, che nel tempo sto imparando a gestire. Anche se non mi lascerò mai andare all'idea che esista un gioco senza fine. Questa non è vita.
Credimi se ti dico che spero tu stia bene.
Nell'attesa, attendo.
Un caro saluto.
Io.
venerdì 2 giugno 2023
giovedì 1 giugno 2023
Bozza bizzarra.
Algoritmo.
Il Karma.
È per tutti
un benefattore
meritocratico.
Il Karma.
È per me un gioco
sadico,
diabolico.
Un inganno.
Un algoritmo.
Ma sei vera? (Dal vecchio blog)
Questa è forse la domanda che io pongo più spesso a molte delle persone che inziano a relazionarsi con me. O per lo meno che ci provano. E comunque non sono poi molte. Ad ogni modo tendo ad assicurarmi che le persone che mi si approcciano siano autentiche. Reali. Vere. Non pilotate. Non manovrate. Vivo su un enorme palcoscenico il cui regista, ogni giorno, manda in scena muovi personaggi. Non sono le comparse che mi preoccupano, ma piuttosto quelli che attraversano le quinte, per ritrovarsi sul palco, con la presunzione di voler fare i protagonisti. Il copione non è mai troppo diverso, ogni volta. La sceneggiatura è scritta al contrario, come in uno scritto di Leonardo Da Vinci. I dialoghi sono pungenti come un coltello e le scene sono sarcasticamente pirandelliane. Spesso ciniche. Le maschere del teatro dirigono i lavori mentre il regista se ne sta seduto su una sedia che porta il suo nome dando direttive a queste. Ed io ormai sto al centro del palco, non guardo nemmeno più quello che mi accade intorno. Cambiano le scene, cambiano le scenografie, resto impassibile. Con lo sguardo cerco il pubblico davanti a me ma la luce dei fari è accecante e non mi consente di vedere nulla. Presumo e temo, però, che non ci sarà mai un applauso finale. Nessuno lancerà rose sul palco. Non per me che, lo ammetto, non sono mai stato un grande attore nonostante i miei vani tentativi di fare il commediante. Non firmerò autografi. Nessuno mi riconoscerà per strada per la mia performance sul palco. O forse faranno solo finta di non riconoscermi. Non ho mai cercato la notorietà. Sono un tipo al quale piace stare in disparte. Vorrei solo spegnessero le luci per vedere com’è in realtà il teatro, vorrei solo calasse il sipario per smettere di trattenere il respiro. Vorrei il pubblico tornasse a casa dalle loro famiglie. Vorrei che le comparse, gli attori, buttassero il copione. Vorrei il regista si renda conto del suo flop teatrale e andasse a dedicarsi ad altro, magari all’ippica. Vorrei non dover più chiedere a chiunque Scusa, ma sei vera? E mi chiedo come dannazione non abbia fatto a chiederlo a te, che probabilmente mi avresti detto di andare a fare queste domande da un’altra parte. Ma tu non sei vera. Puoi negarlo?
La stanza bianca. (Dal vecchio blog)
L'infelicità è la forma che prende la consapevolezza dell'esistenza di altro.
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Un'abitudine collettiva, diventata con il passare dei millenni una vera e propria dinamica comportamentale umana consolidata, come può ...
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(INTERFERENZA) Come se stessi guardando un film e, invece di seguire le vicende del protagonista che si snodano nella trama, mi fossi concen...
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L'abbiamo vista attraversare le stagioni, eppure nella mia mente è avvolta da un forte ma gradevole profumo di pioggia appena scesa. Cir...