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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

domenica 11 giugno 2023

Ti ho strappato un petalo.

Era notte ed era sempre un po' oggi. Eravamo stanchi e il silenzio intorno. In dormiveglia quando per una delle nostre primissime volte ho stabilito con te un contatto mentale elevato e pulito. Poche volte mi son sentito compreso e quando capita avviene sempre con molta fatica e titubanza da parte mia nel lasciarmi andare. Tuttavia è come se fossi riuscita a vedere nitidamente una parte di me. Una molto importante, oltretutto. Non voglio negare che la cosa mi ha spaventato un po' in un primo momento, lasciandomi spiazzato. Non me lo aspettavo. Ovviamente questo tipo di contatti durano meno di un impulso elettrico ed è giusto così, altrimenti vivremmo perennemente nell'altro. Rido con te e ti dico spesso che hai un brutto rapporto con le parole ma quella sera con le tue più semplici sei riuscita a dare voce ad una delle mie storie. Quella che non ho ancora scritto, tra l'altro. Ho trovato curioso, piacevole che me la abbia raccontata proprio tu. Però allo stesso tempo anche dispiaciuto ed inquietato che tu mi abbia raccontato proprio questa. Ci sono cose che sento che non augurerei a nessuno anche se la maggior parte delle gente non sarebbe in grado di notarle, oltre che non sapere cosa farsene. Ma nonostante questo sono mie e mie devono restare. Anche al prezzo di sentirmi incompreso per il resto della mia esistenza. Però è stato bello, per un attimo, aver trovato un perfetto equilibrio in noi. Ma questi pensieri fanno male e vedo il mio dolore riflesso nelle tue lacrime. È questo il costo dell'amore secondo me. Oltre la relazione, qualunque essa sia. La sofferenza. 

(Ti porgo un bicchiere di pessimo brandy, ma so che non apprezzi gli alcolici.) 



Okay, ma com'è possibile?