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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

mercoledì 21 giugno 2023

La gestalt della solitudine.

La solitudine non è essere soli. Non credo si tratti nemmeno di uno stato conseguente a quest'ultima condizione. Personalmente mi è capitato molto spesso di sentirmi solo anche quando circondato da persone per me importanti ma difficilmente mi sento in solitudine con queste. Prediligo la solitudine che, a orecchio, mi suona tanto di beatitudine. La solitudine può portare il più delle volte noia. Per le persone più estreme la noia porta uno stato di sovraccarico mentale, il cosiddetto overthinking non sempre vano, sono infatti i più audaci a creare dalla noia. Siamo troppo poco abituati a stare da soli con noi stessi. A molti fa paura, anche giustamente. Stare da soli non è per tutti. Ci vuole molto coraggio ed i mostri sono sempre dietro l'angolo. Per questo nella solitudine ogni guerra diventa santa. Perché siamo portati a vedere solo noi stessi. Ci vuole occhio critico, distacco e una logica (che andrà perduta) per affrontare la parte più profonda di noi. Ogni giorno una battaglia all'ultimo sangue, nel tentativo di infliggere un colpo mortale, ma che mai lo è. Dopo si esce sempre un po' più sconfitti, ma mai vinti del tutto. Con la costante sensazione che la morte debba sopraggiungere da un momento all'altro, in una linea temporale infinita. Per molti sarebbe una tortura caotica. Qualcuno ci riconosce qualcosa nel caos, invece. E riesce ad afferrarne qualche tassello sparso qua e là, ricomponendo un puzzle che restituisce un'immagine sempre più leggibile ma mai completa. 

Okay, ma com'è possibile?