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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

venerdì 9 giugno 2023

La chiara cura per una malattia non specificata.

Parliamoci chiaramente se lo vogliamo davvero ma, se non lo vogliamo, possiamo continuare a prenderci in giro. Un po' come se mi fosse stato diagnosticato un brutto male e per questo avessi visto la fine della mia vita correre verso di me a tutta velocità. La spinta vitale mi avrebbe portato ad anni di terapia nel timido tentativo di salvarmi. Dovendomi convincere del fatto di avere non un problema, ma il problema. Come se avessi atteso, ogni giorno, la morte. E dopo essere stato per anni intimorito, spaventato, mortificato e "curato", arriva uno specialista qualunque a sussurrarmi che la diagnosi potrebbe essere inesatta. Sarebbe una situazione grottesca, a parer mio. Sarebbe come non mettere un accento sulla coniugazione del verbo essere. Ho imparato cosa significa essere marchiato. Vedendomi chiudere in faccia delle possibili porte, oltretutto. Ho sperimentato la vergogna, la paura. Mi sono annullato senza volerlo, per questo. Non mi vergogno di dire che alcune volte ho desiderato di morire, per questo. Quasi dieci anni sono tanti. Troppi. Come un ostaggio, collocato nell'esatta metà della distanza che separa il bene dal male. Sempre in bilico sulla soglia del dolore. Situazione che potrei paragonare alla peggior tortura vietnamita. Finito sul mercato nero delle menti, dove l'illusione regna su un popolo di corpi. Dimenticando le persone. Sminuendole, per poi calpestarle. Senza un briciolo di rimorso, in nome di un ordine senza buon senso. Contro natura. Recluso a forza in spazi chiusi dove la luce non arriva. Un posto in cui il tempo si misura in sigarette che bruciano. Dove la notte non si dorme, né tantomeno si sogna, per le urla in lontananza che, disperate, chiedono: aiuto. Vogliono curare un male facendoti ammalare. Vogliono costruirti rompendoti nell'anima. C'è qualcosa di fondamentalmente malato in tutto questo. Ci intravedo una logica irrazionale. Come se mi avessero avvelenato la vita ed ora mi spacciassero l'antidoto. 

Okay, ma com'è possibile?