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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

giovedì 1 giugno 2023

Ma sei vera? (Dal vecchio blog)

Questa è forse la domanda che io pongo più spesso a molte delle persone che inziano a relazionarsi con me. O per lo meno che ci provano. E comunque non sono poi molte. Ad ogni modo tendo ad assicurarmi che le persone che mi si approcciano siano autentiche. Reali. Vere. Non pilotate. Non manovrate. Vivo su un enorme palcoscenico il cui regista, ogni giorno, manda in scena muovi personaggi. Non sono le comparse che mi preoccupano, ma piuttosto quelli che attraversano le quinte, per ritrovarsi sul palco, con la presunzione di voler fare i protagonisti. Il copione non è mai troppo diverso, ogni volta. La sceneggiatura è scritta al contrario, come in uno scritto di Leonardo Da Vinci. I dialoghi sono pungenti come un coltello e le scene sono sarcasticamente pirandelliane. Spesso ciniche. Le maschere del teatro dirigono i lavori mentre il regista se ne sta seduto su una sedia che porta il suo nome dando direttive a queste. Ed io ormai sto al centro del palco, non guardo nemmeno più quello che mi accade intorno. Cambiano le scene, cambiano le scenografie, resto impassibile. Con lo sguardo cerco il pubblico davanti a me ma la luce dei fari è accecante e non mi consente di vedere nulla. Presumo e temo, però, che non ci sarà mai un applauso finale. Nessuno lancerà rose sul palco. Non per me che, lo ammetto, non sono mai stato un grande attore nonostante i miei vani tentativi di fare il commediante. Non firmerò autografi. Nessuno mi riconoscerà per strada per la mia performance sul palco. O forse faranno solo finta di non riconoscermi. Non ho mai cercato la notorietà. Sono un tipo al quale piace stare in disparte. Vorrei solo spegnessero le luci per vedere com’è in realtà il teatro, vorrei solo calasse il sipario per smettere di trattenere il respiro. Vorrei il pubblico tornasse a casa dalle loro famiglie. Vorrei che le comparse, gli attori, buttassero il copione. Vorrei il regista si renda conto del suo flop teatrale e andasse a dedicarsi ad altro, magari all’ippica. Vorrei non dover più chiedere a chiunque Scusa, ma sei vera? E mi chiedo come dannazione non abbia fatto a chiederlo a te, che probabilmente mi avresti detto di andare a fare queste domande da un’altra parte. Ma tu non sei vera. Puoi negarlo?

Okay, ma com'è possibile?