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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

mercoledì 28 giugno 2023

Ah... Pure?

Questa è una lettera ad una persona che è stata "presente" nella mia vita negli ultimi anni e che oggi, in un certo senso, non c'è più. 
Le nostre strade si sono divise così come si erano intrecciate: 
nel niente. 


Buonasera Dottore,

adesso le avrei chiesto come sta. Lei mi avrebbe risposto in modo affannato che era molto preso ed indaffarato. Ora me la immagino molto stressato ed ugualmente impegolato nel suo lavoro. Lavoro al quale, dal mio punto di vista, è sempre stato molto dedito. Fin troppo? Non saprei, ma a dire il vero ho sempre avuto la sensazione che lei abbia voluto fare troppo. Sempre, in ogni caso. Mi riferisco alla sua area di competenza. Quella che io non capirò mai. Quella che sembra una caccia alle streghe. E con me l'ha fatto con una dedizione estrema fin dall'inizio. Portando avanti una battaglia che non aveva nemmeno voluto lei, avendone comunque sposato la causa. Credendoci fino alla fine. Eppure, proprio alla fine, ha mollato la presa. Facendoci cadere entrambi. Sono passate già diverse settimane da quando questo è successo ed ho avuto modo di rifletterci sopra. Arrivando alla conclusione che nel momento in cui lei molla la presa io cado all'indietro, in una caduta che potrebbe durare un'altra vita. Come se al gioco dell'oca mi fosse stato imposto di tornare alla casella iniziale mentre lei abbandona il tavolo. E quindi mi chiedo quale senso avesse per lei questa partita. Che devo continuare a giocare, io. 

Accendo un jukebox dandogli un colpetto con la mano. 

Parte Mad World di Gary Jules.




Non voglio risultare logorroico e petulante in questo blog, quindi non ripeterò ancora una volta come mi hanno fatto sentire questi lenti anni. Tuttavia vorrei farla riflettere sul come dovrei sentirmi ora. Mi rattrista sapere di non essere il solo ma in questo momento non mi importa degli altri. Ognuno le cose le vive a modo proprio ed è giusto così. Questo per dire che mi aspettavo qualcosa di diverso da parte sua nei miei confronti. Ecco, le vorrei dire questo. Lei mi risponderebbe in tecnicismi per me incomprensibili che alla fine mi lasciano con un bel niente sul palmo della mano. Non ci siamo conosciuti nei nostri migliori ruoli, attraverso i quali abbiamo comunque dato la parte più brutale di noi. 
Auguro di non aver lasciato in lei i segni che lei ha lasciato in me. Per questo sono un po' contento di come siano andate le cose. Fa strano non vedere più i suoi quadri o i suoi libri in quella stanza. Ma sono sempre e solo riuscito a percepirla così com'è realmente ora: vuota. 
Cose come la cordialità e la gentilezza, umanamente parlando, restano. Così come il bollino Chiquita che mi ha incollato sulla fronte in uno dei nostri momenti più divertenti. 

Le auguro di stare bene almeno quanto me. 

Un caro saluto. 

Io

Okay, ma com'è possibile?