«Allora Alex, come si sente? Mi dica un po'.» Apre la conversazione il dottor Stanley rivolgendosi al paziente e giocherellando con la penna di fronte a quest'ultimo. «Stanco... Sono molto stanco.» Risponde Alex con tono provato. «Mi parli di questa stanchezza. Insomma, come si manifesta e come la fa sentire.» Alex sembra rifletterci un po'; in quel momento prendeva quella stessa stanchezza e se la strappava dal petto nel tentativo di guardarla da lontano. In questa immagine mentale si lascia andare ad una smorfia di dolore, infine: «Mi fa sentire inutile... Perché in questa condizione non posso fare nulla. E non saprei in che altro modo spiegarmi - afferma mentre prende un respiro rassegnato, poi continua - Cercare un senso è un sintomo psicotico, Dottore?» Il medico appare incuriosito ed allo stesso tempo turbato da quella domanda. Non sapendo come rispondere si sbilancia in un sorriso silenzioso, prima di cambiare argomento. «Si sente in balia di qualcosa?» Alex prende qualche istante prima di rispondere, passando al setaccio le parole da usare per esprimersi con quelle più sottili ma infine, sottovoce: «Sento che qualcosa di cattivo si è impossessato di me.»
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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato.
Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti.
Mettiti comodo.
Okay, ma com'è possibile?
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