Non sarei stata la stessa persona.
Lo so.
(INTERFERENZA)
A me non piace generalizzare ma posso dire senza problemi che le persone si possano tendenzialmente suddividere in alcune categorie. Chi crede nella religione, chi crede nella scienza e chi non si pone il problema di credere. Le ultime, a parer mio, sono quelle che vivono meglio ma questo è un altro discorso. Le prime due categorie si pongono entrambe delle domande, alle quali rispondono ognuno a modo proprio.
(INTERFERENZA)
Chi si trova dalla parte della scienza, più volte, mi ha fatto l'esempio della forza di gravità. Questa sarebbe universale "sia sulla terra che su Proxima Centauri". Dio, invece, no. A quanto pare su Proxima Centauri nessuno si pone il problema di un dio, mi è stato detto. Questo ragionamento posso anche capirlo, mi viene però da rispondere che su Proxima Centauri non ci sarebbe nemmeno nessuno in grado di osservare la forza di gravità in questione, nessuno in grado di contemplarla e quindi di affermarne l'esistenza nonostante i suoi tangibili effetti. Effetti che non esisterebbero, forse, se non osservati.
(INTERFERENZA)
Non voglio ora tirare fuori l'argomento dell'osservatore che crea la realtà.
(INTERFERENZA)
Mi chiedo, qualcuno su Proxima Centauri non si interrogherebbe su Dio?
(INTERFERENZA)
Immagino di sì. Ma non lo so con certezza. Mi piace pensare che una specie intelligente e consapevole sia riuscita ad andare addirittura oltre.
(INTERFERENZA)
Assimiliamo, come spugne.
(INTERFERENZA)
Io resto convinto che la scienza e la religione sbatteranno le loro teste l'una contro quella dell'altra, a forza di camminare a testa bassa entrambe troppo distratte nel cercare la risposta, piuttosto che guardare dove la cercano. E quando solleveranno i loro volti, si guarderanno con un sorriso ed esclameranno: "Wow".
(INTERFERENZA)
Ieri sera pensavo, quando ad un certo punto un ricordo fa la sua comparsa nella mia mente.
Avevo tredici anni circa quando, non ricordo come, entrai in contatto con una ragazza online. Non ricordo con quale nome questa ragazza si presentò a me in chat. Ricordo tuttavia la sua foto profilo, ritraeva una nota attrice di Hollywood. La prima cosa che pensai è che con quella fotografia lei volesse, in un certo senso, identificarsi con il suo idolo, forse. Dopo pochi giorni questa ragazza mi chiese una mia foto. Per curiosità, immagino. Quando venne per lei il momento di mostrarsi in foto a sua volta, iniziò a fare discorsi strani riguardo al fatto che se lei mi avesse mandato una sua foto, io non le avrei mai creduto. Non capivo il perché di quella sua convinzione. Dopo poco affermava di essere lei, la ragazza nella foto profilo. Sostenendo di essere un sosia della famosa attrice, spesso comparsa in set fotografici o in funzione di controfigura della stessa. Io rimasi spiazzato, non riuscivo a crederci. A quel punto presi le distanze, rendendomi conto di non poter sapere con chi stavo parlando. Lei, a quella mia reazione, reagì in maniera curiosa: si scusò confessandomi che aveva provato a prendermi in giro.
E niente, ho ricordato questa cosa.
Questa mattina camminavo per il centro della città in cui vivo. Ogni terza domenica del mese c'è un mercatino dell'antiquariato. Cianfrusaglie polverose e cose vecchie, ma curiose. Passavo davanti ad una di quelle bancarelle che vendono cose piccole, minuscole, tipo calamite, bottoni, monete e spille. La mia attenzione è stata catturata proprio da una vecchia spilla. L'ho guardata qualche minuto, ho chiesto quanto costasse e la signora mi ha risposto molto gentilmente che sarebbe costata tre euro. Ero molto tentato di acquistarla, poi me lo sono vietato.
In fondo, una vecchia spilla degli anni ottanta e raffigurante un volto alieno con sotto la scritta "Finally", non ha ragione di esistere.
In lui dimora un'antica bestia che a cicli alterni prima veglia e poi riposa,
dentro lui si sposta tra amnesie, segreti e memorie,
distorta e senza forma, senza tempo e senza noia con la mente lei ci gioca,
con calma e dedizione dà sfogo alla sua perversione.
Gli solletica nel cranio ansimando piano piano un forte piacere disumano,
dei pensieri lei si nutre e gode, mentre semina paure estirpando poi le gioie,
di emozioni e sentimenti fa una strage senza precedenti nella storia
quando lui dispera e si contorce provando a urlare senza che esca voce.
Quel che resta è un corpo ora freddo senza forze e forse senza senso
o piuttosto una mente senza prospettiva e senza un giusto verso
poi la bestia, sempre lei, ne sposta il ricordo in latenza nell'inconscio
per far sì che alla prossima violenza la vittima sia ancora nell'innocenza.
Ora stanca e sazia sbadiglia e si stiracchia, saluta e come un ospite ringrazia,
poi si accascia sonnolente con un ghigno soddisfatto sulla faccia,
si assopisce già sognando con minaccia le sue prossime torture sulla preda.
Lui si sveglia nel suo letto sudato e rigido, convinto si sia trattato solo di un incubo.
Ho bisogno di una nuova crisi spirituale. Questo deve ora crollare. Ed i tempi non sono solo maturi, ma per la precisione "marci". Non c'è un bisogno di "credere", alla base. Ma di sapere di credere. Di percepire tutto in maniera "nuova" e magari allo stesso tempo diversa. Non posso sapere che potrebbe essere in questo modo "per sempre". Farlo è una cosa che mi viene molto difficile ed è un mio limite. Sono umano. In un modo che mi fa paura. Una cosa che mi è ormai chiara è che la consapevolezza passa per il dolore. Ma bisogna avanzare in questo percorso che ci porta a comprendere il nostro senso in ogni cosa e per quanto questo senso possa essere in molte occasioni "buono" o "cattivo", rimarrà sicuramente il più delle volte incomprensibile.
Ognuno sta già scontando la pena di qualcun altro.
Ognuno sta già vivendo il proprio paradiso, il proprio purgatorio e qualcun altro il proprio inferno.
L'infelicità è la forma che prende la consapevolezza dell'esistenza di altro.