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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

sabato 3 febbraio 2024

Residui.

Questa scrivania di legno è così scura, tagliata per il lungo dalle nere nervature. Noto il segno di un bicchiere rimasto troppo a lungo poggiato sulla superficie. Dev'essere la traccia lasciata da un umano stato qui prima di me, è ancora fresca. La biblioteca ha appena aperto, dovrebbe quindi trattarsi di qualcuno passato in questi spazi durante l'apertura mattutina; qualcuno deve essersi accomodato sulla sedia di plastica nera proprio di fronte a me e la vedo ancora riposta male, probabilmente in maniera sbadata, al di sotto di questa scrivania. Se la mia realtà e la realtà di questo  individuo si fossero  sovrapposte, ci saremmo trovati uno di fronte all'altro ognuno intento a fare le proprie cose. Invece, in un certo senso, abbiamo "viaggiato" insieme ma non sullo stesso percorso, essendo comunque molto vicini. Non paralleli. I nostri tracciati avevano però un punto di maggiore vicinanza, e siamo passati per quel punto entrambi nello stesso momento arrivando a sfiorarci. Se solo ci fossimo "toccati", se solo le notre realtà si fossero davvero sovrapposte, solo in quel caso ci sarebbe stato un "contatto". Ti avrei percepito, riuscendo in questo modo a comprendere la tua esistenza. Ma di te, chiunque tu sia, mi rimane in ogni caso la traccia di un bicchiere appiccicoso, poco lontano dal tablet dal quale sto scrivendo queste righe adesso. Un residuo. Nonostante questo son certo tu abbia una storia, una tua individualità con le tue gioie ed i tuoi dolori ed io, tutto questo, l'ho sfiorato questo pomeriggio. Due sistemi in rotta di collisione che, se solo si fossero scontrati, avrebbero aperto profonde spaccature nelle nostre rispettive realtà apportando infinite variabili sul nostro percorso.

Okay, ma com'è possibile?