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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

giovedì 1 febbraio 2024

Tentativo numero uno.

«La prego, si accomodi» dice con tono autoritario l'uomo con la giacca appena entrato nella stanza. Alex, con aria perplessa, si guarda intorno e, dopo un po', confuso, risponde: «Non vedo nessuna sedia, signore». L'uomo a quel punto sorride silenziosamente, controllando l'ora sul suo orologio da polso. Infine alza ancora lo sguardo e si rivolge nuovamente ad Alex: «Ci hai impiegato meno di cinque secondi ad associare la comodità ad una sedia. Hai una mente troppo elementare, ragazzo». Il giovane fatica a non fare trasparire la sua delusione. «Elementare? Per cosa esattamente? Non so nemmeno dove mi trovo...» ribatte. «Alex, giusto?» chiede l'uomo. «Alex, sì» risponde lui. A quel punto il silenzio nella stanza è rotto solamente dai passi dell'uomo che, in tutta calma, cammina intorno al ragazzo. Poi, «Alex... Cosa ricordi esattamente?» gli chiede sottovoce, continuando a camminare. Il giovane Alex appare confuso e cerca di seguire con lo sguardo l'uomo che gli passeggia intorno, mentre si sforza di ricordare. «Mi trovavo... Su un aereo pronto a decollare» risponde balbettando. L'uomo annuisce, e sorridendo replica: «E poi?». Il suono di quei passi echeggia nella stanza, innervosendo sempre di più il povero ragazzo confuso e spaesato. «Poi... Io... Sono andato in bagno, credo, prima del decollo» dice con difficoltà. «Alex, suvvia, ricorda. Cosa è successo dopo? Qual è il tuo ultimo ricordo?». Alex sente la testa che gira, sente di stare per perdere i sensi. «Alex, ricorda!» urla l'uomo intorno a lui. Ma tutto si fa sempre più buio. «Io... Io...» mormora piano il ragazzo, prima di accasciarsi al suolo.

Okay, ma com'è possibile?