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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

martedì 30 luglio 2024

Per immagini #1 - Una parte di me.

 Ho deciso di condividere, con le poche ma attente persone che mi leggono con costanza ormai da qualche mese, alcune foto di me, della mia vita e della mia storia. Da queste foto nasceranno riflessioni e pensieri che, spero, possano aiutarvi (aiutarmi... aiutarci) a rendere più chiaro, o anche solo meno complicato, questo spazio online al quale devo tanto, e che mi ha richiesto tanto. Ed ora ancora di più.
Il punto di rottura, così come Vuoto Quantico, non sono mai voluti essere delle maschere. Questo non è stato il mio primo blog ma son certo che sarà l'ultimo. E questo stesso blog, per quanto possa avermi aiutato e mi stia aiutando tutt'ora, mi ha spinto fin troppe volte sempre un po' più in là. Fino a riuscire a vedermi da fuori, a volte fino a perdermi. Dico sempre troppo spesso che questo blog rappresenta una parte molto importante di me, ed è così. Parte che troppo a lungo ho voluto relegare tra queste pagine, tra le mie parole. Questo, ora, non voglio più farlo. Ho pensato per qualche piccolo istante di abbandonare il blog. Non chiuderlo ma semplicemente di non scrivere più, di andarmene in silenzio. Poi mi son detto che l'alternativa doveva essere un'altra: entrare, io, in questo spazio per abbracciare nella sua totalità quella parte di me che avevo rinchiuso qua dentro. 
È un sacrificio che voglio fare e che sento di dover fare. Le parole fanno giri lunghissimi, praticamente infiniti, dentro ognuno di noi. Ma è necessario non dimenticare che dietro le parole, per quanto io possa essere convinto che siano in fondo "vuote", ci sono sempre persone che le caricano di significato facendo in modo che queste diano vita a storie incredibili.

La parata degli elefanti rosa.

Diventare tutto ciò che hai sempre desiderato essere, è una delle maledizioni più oscure che possano colpirti. Ottenere tutto ciò che hai sempre voluto, è la dannazione peggiore alla quale potresti essere costretto.
Come dissi già in passato, dobbiamo stare molto attenti a ciò che desideriamo ma, più di ogni cosa, dovremmo porre più attenzione al modo in cui lo chiediamo.

"Non pensare ad un elefante rosa."

domenica 28 luglio 2024

Il sacrificio.

 Quando loro vennero, ci portarono in dono una nuova possibilità con l'insegnamento che ogni cosa necessita di un sacrificio. Ed il nostro fu esemplare. Pur di ricominciare, concedemmo loro ciò che di più grande potessimo avere. La nostra storia. Ormai, non ci serviva più. A lungo ci siamo ostinati nel convincerci che dal passato si possa imparare per un futuro migliore. Non è stato così per noi, che in modo diabolico abbiamo perseverato nell'errore di porci al centro di un sistema che avrebbe funzionato anche senza noi.
Cosa daresti in cambio di ciò che più desideri?
A cosa rinunceresti, per ciò di cui più hai bisogno?

domenica 21 luglio 2024

Storie che difficilmente vedranno la luce.

Purtroppo o per fortuna non ho fratelli né sorelle, sono figlio unico. Non molto tempo fa ho voluto provare a scrivere un racconto breve che raccontasse la malattia mentale, non dal solito punto di vista del malato. Il racconto infatti è narrato dalla prospettiva del fratello maggiore che, attraverso ricordi e flashback d'infanzia, passando per l'adolescenza fino all'età adulta, ricostruisce il triste e doloroso percorso del fratello più piccolo in una vita rotta dai disturbi psichici. 
La storia inizia esattamente così:



«È stato lui, giuro» indicandomi con queste parole, mio fratello Nathan, mi incolpò di aver rotto un vaso in soggiorno. Nostra madre era pronta a farci una sonora ramanzina alla vista dei mille cocci infranti sul tappeto. Io non dissi nulla e mi presi quella colpa per lui, tenendo lo sguardo basso. Le urla di nostra madre scagliate con forza verso di me erano ovattate e mi sembravano così lontane; la mia attenzione era catturata dalla luce che passando tra le tapparelle semichiuse si infrangeva sui frammenti di quel vaso, facendoli brillare. 
Non gliene facevo una colpa, a mio fratello. Mi ero preso la responsabilità di quel vaso al suo posto e mi andava bene così. Gli ho sempre voluto molto bene e non ho mai potuto fare a meno di vederlo come una parte di me da proteggere e custodire. Quando nostra madre smise di gridare e se ne andò nell’altra stanza a prendere l’occorrente per ripulire, cercai lo sguardo di Nathan. Lui mi evitò, probabilmente sentendosi colpevole e vigliacco. Tremava. Io volevo solo il suo sostegno, nient’altro. 
Tornata in soggiorno per pulire, nostra madre ricominciò: «Zac, da te non me lo sarei mai aspettato, sei il fratello più grande e dovresti dare il buon esempio a Nathan». Il mio sguardo ancora fisso al suolo, con la mano cercavo quella di mio fratello, questa volta lui la afferrò e mi strinse forte. A quel punto tutto andava bene, non mi importava di niente e con una serenità spiazzante anche per me dissi con convinzione: «Hai ragione mamma, mi dispiace, non accadrà più». 
In quel momento il mio sguardo e quello di mio fratello si incrociarono prendendo forma in un complice sorriso.


Adesso devo pensare se pubblicare qualche altro estratto di questo racconto.

Prossimamente, da un'altra vita.

 


È in arrivo su questo blog una vagonata di robaccia scritta vecchia e disturbante che nemmeno la datazione al carbonio sarebbe in grado di collocare nel tempo.

Dentro e fuori.

Nell'attesa, così fuori da poter vedere il tutto dall'interno,
tuttavia così al centro che vi è il solo vuoto tutto intorno.

E poi, così dentro che all'esterno dilaga il nulla senza fine
per capire troppo tardi che ci siamo risvegliati all'inferno.

Comunicazione di servizio n°7

Comunicazione di servizio:


Sto scrivendo meno, ultimamente. Eppure, per assurdo, mi state visitando di più.
Non ho abbandonato questo posto e non ho intenzione di farlo, anzi, sono pieno di idee che al più presto porterò sul blog.
In questo periodo sono solo molto preso a sbrigare una marea di cose che riguardano la vita vera.
Mi manca scrivere sul blog ma, ripeto, sto per tornare.
Peggio per voi.


lunedì 8 luglio 2024

Stacchetto.

È da qualche giorno che non scrivo. Sto affrontando alcuni primi cambiamenti, nelle ultime settimane. Sto avendo modo di riflettere, mentre impiego il tempo facendo altre cose. Come dissi già in passato, quando non mi vedete scrivere potete immaginarmi smarrito nella realtà. Come se fosse lei stessa a risucchiarmi, a chiamarmi e a trattenermi. Questa volta lo sta facendo con forza. Ed io ho così troppa paura di dimenticarmi il come ed il perché sia finito in questo posto. Prendo fiato, respiro profondamente. Alcune immagini si sovrappongono nella mia mente, come fossero dei flash accesi nella notte. È così facile rinnegare cosa siamo stati; il fatto che sia passata una vita ci fa sentire assolti dal fatto di esserci allontanati da noi stessi. Io questo sbaglio non voglio più farlo. Guardo in faccia la vita e la ringrazio per avermi salvato anche questa volta, alcune cose rimangono però indelebili ed è giusto sia così. Mi massaggio le tempie cercando la concentrazione necessaria ad aggiustare un tiro che ho effettuato molto tempo fa.

Non è facile. Ma è quel che mi serviva.

Sto riflettendo.

L'infelicità è la forma che prende la consapevolezza dell'esistenza di altro.