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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

sabato 29 aprile 2023

Il Re dell'Isola degli ornitorinchi.

Dopotutto mi sono sempre sentito esperito, oltretutto sono sempre stato infinitamente biscottato. 

Anzitutto ringrazio il re dell'Isola degli ornitorinchi per il cesto che mi ha fatto avere per il mio compleanno. Sopratutto per la frittata con le cozze che vi ho trovato dentro, l'ho digerita con dignità e mi ha mandato in visibilio. Soggetto astruso, quello. Parlo del Re, non della frittata. Insomma, un gran zuzzurellone di antica dinastia. Sempre meditabondo ed impegolato nell'almanaccarsi il senso della vita. Qualche volta chiede consiglio al ciambellano di Corte ma costui si destreggia in concetti troppo ampollosi e tracotanti per il Sovrano che, ahimè, è un uomo di semplici pensieri. Si lascia però ammaliare dalla pleonasticità degli ornitorinchi che, con molta benignità ed amorevolezza, governa. Nessuno crederebbe mai che gli ornitorinchi vadano amministrati. Eppure è un obbligo inderogabile, guidarli. Questi se ne vanno girondolando a quattro zampe con un becco da papera e la coda di un castoro. Come potrebbero essere presi sul serio? Eppure, quello che mi ha portato il cesto per il mio compleanno, si è dimostrato altresì corroborante ed affettuoso. Mai maldestro o scompiacente. Era un ornitorinco viaggiatore reale, per la precisione. Sfumato con del pan di zenzero. Dovevate vedere con quanta cura e con quanta grazia si è accomiatato da me dopo avermi ceduto il dono. Eppure troppo spesso scornacchiati, gli ornitorinchi. Ad ogni modo il Re dell'Isola è stato magnianimo con loro, anche con me, ed è giunta l'ora che questo sproloquio sciamannato volga al termine.

Con affetto, 

tridimensionalmente Io.

mercoledì 26 aprile 2023

"Mi lascio vivere come immagino facciano i dannati."

 


La lettera di Valerie, dal film "V per Vendetta"

So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io. 

Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l’unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.

Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia. 

Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che “Dio è nella pioggia”. 

Superai l’esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no. 

Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell’anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. 

Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più.  

Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista?  

Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l’unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All’interno di quel centimetro siamo liberi. 

Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: “Le pianure di sale”. Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth.  

La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue. 

Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. 

Furono gli anni più belli della mia vita. 

Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra. 

A quel punto non ci furono più rose… per nessuno. 

Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come “fiancheggiatore” e “risanamento” divennero spaventose, mentre cose come “Fuoco Norreno” e “Gli articoli della fedeltà” divennero potenti. 

Ricordo come “diverso” diventò “pericoloso”. 

Ancora non capisco perché ci odiano così tanto. 

Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia.  

Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me. 

Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno. 

Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… 

tranne quell’ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere.

Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… 

Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… 

io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.

– Valerie.


L'illusione.

 


Per una prospettiva diversa.


 

martedì 25 aprile 2023

script 3

1 LABORATORIO INT. GIORNO

Il Dottor Stanley, davanti al computer, fuma nervosamente una sigaretta mentre poggia sulla scirvania la sua tazza di caffè. Dietro di lui il Comandante Alsen cammina avanti e indietro per il laboratorio, agitato. Il Dottor Stanley si volta e si rivolge al Comandante.
DOTTOR STANLEY
Comandante, sta opponendo resistenza. Cosa facciamo?
COMANDANTE ALSEN
È forse il momento di ricordargli che siamo ancora qua...
(Aspira in modo nervoso dalla sigaretta)
Dolore al fianco, Stan. Fagli male al fianco.
Il Dottor Stanley impartisce una serie di comandi al computer.
2 NELLO STESSO MOMENTO, CAMERA DA LETTO INT. GIORNO
Alex è sdraiato nella sua camera, sta fumando. Lascia cadere la sigaretta e si porta le mani al fianco destro con espressione dolorante. Inizia a rantolare. Il dolore è sempre più forte.
3 LABORATORIO INT. GIORNO
Il Dottor Stanley ha un'espressione preoccupata. Mentre spegne la sua sigaretta si gira verso il Comandante.
DOTTOR STANLEY
Può bastare, Comandante?
COMANDANTE ALSEN
Aumenta l'intensità dello stimolo nervoso.
DOTTOR STANLEY
Comandante, se mi permette, i battiti sono accelerati e la pressione sta...
(Il Comandante Alsen lo interrompe)
COMANDANTE ALSEN
(Grida)
Aumenta quel cazzo di impulso!
Il Dottor Stanley digita ancora sulla tastiera con espressione preoccupata. Si accende un'altra sigaretta. Dietro di lui il Comandante Alsen continua a camminare nervosamente, con un sorriso sul viso.
4 NELLO STESSO MOMENTO, CAMERA DA LETTO INT. GIORNO
Alex cade dal letto rotolando verso destra per il dolore. È sul pavimento, col volto rivolto verso l'alto. P.P. sul suo viso con espressione dolorante. Suda. Urla.
ECO
DISSOLVENZA SONORA AL NERO
FINE

script 2

1 STUDIO MEDICO INT. GIORNO

ASSOLVENZA AL BIANCO

Alex è seduto alla scrivania di fronte allo psichiatra, il Dottor Stanley. Questo gioca in maniera incontrollata con la penna, facendola passare da una mano all'altra mentre con il piede ticchetta contro il pavimento. Alex è anche lui visibilmente agitato.
ALEX
Dottore, deve credermi, qualcuno potrebbe volermi fare del male. Me lo sento. Ne sono certo.
DOTTOR STANLEY
Come mai ha pensieri di questo tipo?
ALEX
Mi succedono cose strane, dottore. Cose molto strane. Vedo cose, sento voci che parlano di me. Ma non solo nella mia testa, le sento tutte intorno a me. Le sento uscire dalle bocche di chi mi circonda, inoltre io...
Il Dottor Stanley interrompe Alex.
DOTTOR STANLEY
Si calmi, si calmi, la vedo molto angosciata. Forse è il caso lei riceva aiuto nel calmarsi.
Il Dottor Stanley alza la cornetta del telefono che si trova sulla sua scrivania.
DOTTOR STANLEY (al telefono)
Christa, sì. Per favore, una doppia dose di Risperdal per il signore qui in studio, grazie. Sì, sì, grazie.
Il Dottor Stanley riattacca, continuando a giocherellare con la penna tra le mani torna a rivolgersi ad Alex.
DOTTOR STANLEY
Adesso diamo una calmata a questi pensieri intrusivi, Alex, non si preoccupi.
ALEX (alza il tono della voce)
No dottore, no! Lei deve ascoltarmi, deve credermi, non ho bisogno di farmaci! Le sto chiedendo aiuto!
Nel frattempo entra in studio l'infermiera Christa. Porge al Dottor Stanley un flacone ed una siringa. Questo aspira tutto il liquido contenuto nel flacone, poi si alza dalla sua sedia, aggira la scrivania e si avvicina ad Alex togliendo l'aria dalla siringa facendola zampillare.
DOTTOR STANLEY
Adesso li calmiamo questi tuoi pensieri, Alex, non preoccuparti...
ALEX (urla)
No dottore! No!
ECO
DISSOLVENZA AL NERO
2 CAMERA DA LETTO INT. NOTTE
Alex si mette a sedere nel suo letto, con foga. È sudato. Ansima. Si volta a destra e poi a sinistra guardandosi intorno.
ALEX
È stato solo un sogno. Era così reale...
DISSOLVENZA AL NERO
FINE

script 1

1 AEROPORTO MILANO, GATE 5 INT. GIORNO

Alex si trova in coda quando arriva il suo turno di esibire documento e carta d’imbarco. L’hostess prende la documentazione e la fa passare sotto il lettore, questo emette un suono. Lei digita una serie di codici.

HOSTESS
Prego, buon volo e buona permanenza a bordo.
ALEX
Grazie, buon lavoro.
Alex si incammina lungo il finger dell’aereo, pensando. Vediamo Alex di spalle allontanarsi dall’inquadratura trascinandosi il trolley.
ALEX (voce fuori campo)
Hanno intercettato anche questo mio tentativo di andare a Sud.
2 AEREO INT. GIORNO
Alex sale a bordo e prende posto sull’aereo lato finestrino. Vicino a lui si siede un uomo con un auricolare all’orecchio.
UOMO CON AURICOLARE (parlando al telefono)
Sì, confermo. È qua.
ALEX (pensa con voce fuori campo)
Ma che cazzo vorranno da me?
Poco dopo Alex si alza dirigendosi verso la toilette dell’aereo. Mentre Alex si alza dal suo posto:
UOMO CON AURICOLARE (parlando al telefono)
Si muove. Gli sto addosso.
Anche l’uomo con l’auricolare si alza seguendo Alex.
3 BAGNO AEREO INT. GIORNO
Alex si sciacqua la faccia guardandosi allo specchio. Qualcuno bussa con forza alla porta.
TOC TOC
Alex apre la porta per uscire. L’uomo con l’auricolare spinge con foga Alex dentro il bagno richiudendo la porta dietro di sé. Tira fuori una pistola da una fondina ascellare la infila in bocca ad Alex che non riesce più a parlare.
UOMO CON AURICOLARE
Non fai più tanto il figo, ora. Eh, stronzetto?
FINE

L'infelicità è la forma che prende la consapevolezza dell'esistenza di altro.