Player

Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

giovedì 11 maggio 2023

Noia.

Mi sono sempre sforzato tanto, fin da molto piccolo, nel provare a capire la vita. È una spinta nata in me, con me. Come se avessi sempre avvertito un forte richiamo dall'oltre. Sempre avuto la netta sensazione che ci sia altro da sperimentare, oltre a ciò che ho sempre e solo potuto vivere. Questo ha sempre fatto sì che io vivessi in un perenne stato di "anestesia". Spero di non essere frainteso quando dico che sì, la vita è bella, è una gioia ma... Quello che c'è fuori? Ho un ricordo che la maggior parte delle persone potrebbe definire "triste" ma che per me non lo è:

Avevo sei anni o giù di lì ed era pomeriggio, ero in camera da letto con mia madre. Lei era da poco tornata dal lavoro e si stava cambiando. Io sdraiato sul lettone mi ci rotolavo sopra. Lei mi parlava, indaffarata a trafficare con gli indumenti presi dall'armadio, quando ad un certo punto le dico "Mamma, la vita mi annoia." Riesco ancora a sentire il silenzio che scese in quella stanza, mia madre che si volta verso di me e mi guarda perplessa senza sapere cosa rispondere. "Non devi pensare mai più una cosa simile" mi dice infine con tono duro. Io torno a rotolarmi sul lettone. 

Potrebbe sembrare il ricordo di quello che era un bambino triste. Ero in realtà un bimbo pieno di vita, estremamente curioso e già con mille domande. Probabilmente in quel momento volevo intendere tutt'altro rispetto a quello che venne fuori dalla mia bocca. Quella noia non era apatia. Voleva invece essere una forza. Era la vita stessa che, in quel momento, mi chiamava con la mia stessa voce. E che dopotutto si è espressa con le capacità linguistiche e di pensiero di un bambino di sei anni. Quella frase potrebbe essere parafrasata e vista sotto una nuova luce se penso che oggi, quella stessa noia, non mi ha ancora abbandonato. In questo momento tendo una mano a quel bambino di sei anni che ero, lo tiro a me e gli dico "Tieniti forte." Ci sono parti di noi che non muoiono mai, parti che vorremmo uccidere ed altre che vorremmo non finissero mai di essere. Quella noia è forse una delle troppo poche parti di me che, spero, non muoia mai perché, dopotutto, alcune delle cose migliori nascono il più delle volte dalla noia stessa. 

Okay, ma com'è possibile?