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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

mercoledì 31 maggio 2023

Giudicata da Dio. (Dal vecchio blog)

Ricordo di quando ti chiedevo cosa tu volessi da me, e quella tua risposta secca “Io non voglio niente da te”, che mi lasciava un po’ di amaro in bocca, solo oggi mi posso rendere conto di quanto tu non stessi mentendo. Ma sono stato portato a questa dannata abitudine di non fidarmi mai di nessuno, e non l’ho fatto nemmeno con te. Ed ho sbagliato, solo oggi posso ammetterlo. Ti ho fatto male. Tanto. Ed ammiro quella tua forza che hai avuto di andartene, di lasciar morire un rapporto che stava facendo morire noi. Solo per una mia inettitudine nella vita. Me ne assumo ogni responsabilità. Perché sì, è vero, provavo qualcosa di bello per te, ma ancora non ero pronto. Come molto probabilmente non lo sono nemmeno oggi. Non ero pronto a costruire qualcosa di bello, come mi dissi tu in un nostro primo scambio di battute. Io non credevo. Tutto intorno a me mi diceva di crederti, di fidarmi di te, ma non ci sono riuscito. Non credevo in quel noi. E la distanza geografica non è mai stata un problema, non lo sarebbe mai stata se ti avessi capita davvero. Ma io sono l’ultimo degli stronzi, come ti dissi io alle cose non ci arrivo, le cose devono essermi spiegate. Ed oggi siamo arrivati a questo punto. Io che ti penso, quasi ogni giorno, e tu che fai di tutto per evitarmi. Meriti tanto. Meriti tutto quello che io non posso darti e anche di più. Hai avuto una vita terribilmente difficile, direi paurosa, ed è giunto il momento che io provi a lasciarti andare, a non pensarti più, a farmi una ragione di come siano andate le cose ed a non aspettarmi più un tuo ritorno. Però, ehi, ricordi quella sera cosa ci dicemmo? Cosa ti chiesi? Promettimi che, un giorno, anche se non staremo più insieme e anche se ci avrà diviso la peggiore delle dannazioni, quel giorno verrai a cercarmi. Anche per dirmi semplicemente “ciao” e tu me l’hai promesso. Ricordi? Forse questa mia speranza non morirà mai, infondo. Forse spererò sempre di venire a sapere che sei in città, che mi stai cercando, anche solo per bere un caffè con me. Per guardarti negli occhi, per chiederti se sei vera e, finalmente, sentire la tua risposta credendoci. Credendoci davvero. Esorcizzando così due anni di rapporto che io ho sempre creduto finto. Pensavo fossi diabolica, sei invece probabilmente la miglior persona che io abbia mai incontrato. Ti chiederei ora se sei vera. Tu mi risponderesti Sì Ale, sono vera ed io ti sorriderei. Ti darei un bacio in fronte.

Okay, ma com'è possibile?