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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

sabato 22 aprile 2023

La teoria sulla realtà che non posso spiegarti.

C’è una teoria sulla realtà sulla quale ho riflettuto molto negli ultimi giorni ma che, purtroppo, non posso condividere con te. Non perché penso che tu non possa essere in grado di capire e nemmeno per via della mia solita paura di essere preso per pazzo. Piuttosto per il non semplice fatto che, tu, non esisti. Hai capito bene. Per farti capire meglio, però, proviamo a fare un gioco. Fai finta che sia tu a scrivere queste parole, nello stesso istante in cui le stai leggendo. Fai finta per tutta la durata della lettura che tu stesso stia formulando questi pensieri per la prima volta nella tua mente. Mi segui? Bene. Questa assurda teoria si basa sulla singolarità, nel senso più semplice e stretto del termine. Tu sei l’io vivente, senziente e cosciente ma, attenzione, non reale. Poniamo un caso d’esempio: hai trent’anni, hai un'istruzione, una cultura, delle convinzioni, delle credenze ed anche dei pregiudizi. Non ricordi, ovviamente, l’esatto istante in cui sei venuto a questo mondo ormai trent’anni fa, non ne hai alcuna memoria, se non qualche foto stropicciata in un vecchio album ed i racconti delle persone che ti avrebbero visto nascere e crescere. Per tutto l’arco della tua esistenza hai appreso ed assimilato concetti e nozioni, hai imparato a camminare e a parlare, hai cominciato con il passare del tempo a farti idee che credi siano tue sul mondo, su ciò che ti circonda. Bene, questa è la tua realtà. Ma… se fosse tutto quanto volutamente un inganno?  Voglio dire, non hai nessuna prova, non puoi in nessun modo dimostrare di non essere il solo. E mi sto riferendo ad ogni cosa. La storia che hai studiato a suola? Una menzogna. La matematica? Costruita. Quando abbassi lo sguardo e guardi le tue stesse mani ecco, anche quelle, sono finte. Ed è tutto messo a posto per non farti cogliere la vera natura della realtà, è tutto stato costruito apposta per te. Il percorso di vita che stai portando avanti da trent’anni, le esperienze che stai facendo nel corso della tua esistenza, ogni cosa è una messa in scena. Le persone che incontri sulla tua strada, le decisioni che prendi, ogni cosa è finta. Attenzione, non sto dicendo che non esistono ma nemmeno che sono reali, sto solo dicendo che sono tutte esperienze finte. Quello che stai sperimentando esiste, anche se non è reale, ma è finto. Questo voglio dire. L’inganno della realtà è davanti ai tuoi occhi in ogni singolo istante della tua quotidianità eppure non riesci a coglierlo, a riconoscerlo, e sai perché? Perché è l’unica cosa che ti è stata possibile sperimentare da quando hai memoria. Altro esempio: se tu fossi nato rinchiuso in una stanza bianca e ci fossi rimasto dentro fino ai tuoi trent’anni, quella stanza bianca sarebbe per te tutta la tua realtà. Anche se venisse qualcuno a raccontarti che al di fuori di quella stanza esiste un mondo, tu saresti giustamente portato a non crederci. Viviamo di convinzioni, di credenze e pregiudizi perché non accettiamo lo sconosciuto, l’ignoto. Non contempliamo altro e, soprattutto, non riusciamo a vedere oltre. Non stai vivendo, non stai esistendo, stai semplicemente osservando nel migliore dei casi, è più probabile però che tu stia in realtà solamente vedendo. Proprio come vedresti un film al cinema ma senza guardarlo davvero. Ed è tutto assemblato in modo da poterti fornire un’infinità di scenari possibili, come avere una quantità immensa di diapositive per il caleidoscopio che hai davanti agli occhi e che ti impedisce di vedere la verità. Quando sei arrivato in questo mondo è stata semplicemente aperta una finestra dalla quale potrai vedere il mondo stesso per un periodo di tempo limitato, un’ottantina d’anni se sarai fortunato. Dannazione, pensaci! Perché questa esperienza di vita è limitata? Perché non ricordiamo il prima e non conosciamo il dopo? Sei letteralmente dentro qualcosa. Una parentesi. Un insieme chiuso, non aperto. Ora seguimi, fino a questo momento di ho spiegato il “come” ma tu molto giustamente mi stai facendo la domanda. Bé, il perché ancora non mi è chiaro. Essendo l’esperienza di vita, e di realtà, limitata mi verrebbe da dire che si tratti di una specie di prova.  Mi sfugge inoltre chi possa essere il regista o l’architetto di questa enorme commedia. Dovrò pensarci meglio ed andare più a fondo ma, visto che proprio ci tieni a sentirmi nominare quel nome, posso per il momento dirti che, sì, mi riferisco a Dio

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Okay, ma com'è possibile?