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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

martedì 18 aprile 2023

Che vita!

Vorrei questa sera provare a formulare e condividere con te alcune teorie sull'esistenza che, in realtà, mi ossessionano ormai da tempo. Le ho sempre ovviamente pensate in prima persona riflettendomele addosso ma, adesso, mi rivolgo proprio a te che leggi. Partorite nel corso delle romanticissime serate con me stesso, non sono che altro riflessioni di uno stronzo qualunque con forse un po' troppa fantasia ed immaginazione. Nonostante questo, quello che andrai a leggere, non può che basarsi ovviamente sulla mia personalissima esperienza di vita e sulla mia forse opinabile convinzione che le cose non sono mai come sembrano. Non è mia intenzione convincerti di niente, vorrei solo provare a fare dei ragionamenti insieme a te partendo dal presupposto che, dal mio punto di vista, debba esserci un perché dietro ogni cosa. Detto ciò inizio subito con il dirti che no, non puoi dimostrarmi di esistere così come io non posso dimostrare a te la mia esistenza. C'è però una domanda che potrebbe metterci fin da subito in crisi in questo malato ragionamento, ossia "Cosa dovrei fare per dimostrartelo?" Vedi, già il fatto che uno dei due ponga questa domanda all'altro potrebbe essere in realtà una prima dimostrazione che nessuno dei due possa davvero dimostrare di appartenere a questa realtà. Ma forse stiamo sbagliando qualcosa, aspetta. Voglio dire, stiamo cercando di dimostrare la nostra esistenza in una realtà con un linguaggio verbale che, secondo me, altro non sarebbe se non un costrutto sociale, una convenzione umana, la soluzione ad un'esigenza terrena di esprimerci per comunicare gli uni con gli altri. Se provassimo a grattare via la superficie che permea la nostra realtà quotidiana, il linguaggio e la comunicazione così per come la conosciamo sarebbero tra le prime cose ad essere scrostate. Quindi ti chiedo, possiamo a parole descrivere, analizzare ed indagare la realtà? La risposta è secondo me, no. Non possiamo. Ma è una cosa che vorrei comunque provare a fare. Ed allora provo a farti riflettere, mi avvicino un po' più a te e ti dico sottovoce che se la comunicazione che abbiamo è un falso strumento sul quale contiamo così dannatamente tanto, c'è qualcosa che non torna. Forse esiste un linguaggio segreto, nascosto, dimenticato, con il quale potremmo relazionarci con il cosmo. Con il quale possiamo parlare all'universo per interrogarlo sulla realtà. Penso questo possa essere il nostro dialogo interiore. Anche tu lo sperimenti ogni giorno, in ogni istante della tua vita. Mentre vai a lavoro, mentre parli ai tuoi figli, mentre dai un bacio alla persona che ami. Sto parlando di quella vocina in ognuno di noi con la quale dialoghiamo continuamente. La voce della nostra anima, della nostra coscienza, quella che in questo moento sta risuonando in me nello stesso momento in cui sto scrivendo queste parole. Hai notato che, questa vocina dentro di te, non mente mai? Un po' come se non riuscisse a non dire la verità. Ti sfido a porti una domanda, una qualsiasi e, poi, ad ascoltare la risposta che questa voce in te da a te. Analizza la sua risposta ed accetta il fatto che quella è la verità. Questo ragionamento mi ha portato ad una piccola convinzione, ossia che la nostra coscienza non sia dentro di noi, come siamo portati a pensare il più delle volte, ma fuori di noi. Sì, pensaci, è come se la nostra coscienza godesse di un punto di vista privilegiato su di noi. Come se ci osservasse vivere da una prospettiva diversa dalla nostra, mi verrebbe da dire esterna e, quindi, oggettiva. Priva da implicazioni fisiche, emotive, culturali. Priva di pregiudizi. C'è una parte di te, la più profonda, che sa di te più di quanto tu stesso pensi di sapere. Okay, ti starai chiedendo ora dove sto provando ad arrivare. Quello che voglio dire è che tutto ciò che stiamo in questo momento sperimentando, compresa la nostra fisicità, non sarebbe altro che un'estensione. Sì, un'estensione della coscienza. Anche la tua mente, quelli che pensi essere i tuoi pensieri, non sono tuoi. Quello che credi di essere, quello che pensi di volere, è tutto intossicato dal pregiudizio esistenziale. Siamo immersi in qualcosa, ogni giorno, e non ce ne rendiamo conto. Questo qualcosa non è il nostro vero mondo, non è la nostra vera realtà. Non è il nostro habitat. Sempre perchè sperimentiamo l'esistere in una estensione della coscienza, come ho già detto. Siamo la proiezione della nostra vera essenza. Pensa per un attimo alla vita così come la conosciamo: è limitata. Lo squalo della Groenlandia può vivere fino a quattrocento anni, ed è comunque un ciclo vitale limitato. Come ogni cosa, come l'universo stesso, avrà una fine. Quello che sto cercando di dirti è che la vita non è altro che un'esperienza, una prova. Abbiamo degli strumenti per affrontarla che altro non sono se non i nostri sensi, le nostre percezioni. Ora voglio andare un po' più a fondo e portarti dove i pensieri iniziano a fare male, provando a farti riflettere sul motivo di tutto questo. Perché dobbiamo fare questa esperienza? Perchè dobbiamo affrontare questa prova? Ti sento chiedermi. Bé, io ci ho pensato a lungo e non sono tutt'oggi sicuro di riuscire a darmi una risposta definitiva. Sarebbe presuntuoso da parte mia ritenere di aver compreso la vita, ma posso darti un'opinione che mi sono fatto e che, purtroppo, non è poi così felice. Sostengo infatti che ognuno di noi sia in gabbia, che ognuno di noi stia scontando una pena. Stiamo facendo un'esperienza di vita infatti limitata ed inscritta in un cerchio. Un sistema chiuso, per intenderci, non aperto. Per tutta la nostra esistenza cerchiamo l'amore, un legame, una connessione con l'altro... per questo. Cerchiamo di stabilire un contatto con il prossimo quando invece la massima espressione di libertà la potremmo avere solamente riallacciando il rapporto perduto con noi stessi. Sì, con quella voce dentro di noi, che ci guarda dall'esterno della gabbia e che nonostante tutto riesce ancora a dirci sempre la verità. Tutto sembra messo a posto per non darti una visione chiara delle cose. La realtà che stai vivendo è ingannevole. Pensiamo di sapre orami tutto. Crediamo di sapere ogni cosa, la verità è che sappiamo molto poco e probabilmente ci stiamo anche sbagliando su quello che sappiamo.

Okay, ma com'è possibile?