In uno dei primi mesi dall'apertura di questo blog, ricordo che scrissi di come - secondo me - la realtà che ci circonda comunichi con noi continuamente. È una cosa della quale sono convinto tutt'oggi. Avevo poco più di vent'anni quando mi resi conto di questa cosa e impiegai interi anni per elaborarla. All'epoca, ero convinto di altre cose (più banali, addirittura). Ho frainteso molte cose in quel periodo della mia vita, la mia mente provava in tutti i modi a darsi una spiegazione per alcune strane percezioni che avevo e lo faceva a modo suo, basandosi su ciò che fino a quel momento aveva conosciuto. Lì, ho sperimentato la follia. E solo oggi vorrei dire, a qualcuno in particolare, che in passato aveva avuto ragione su di me. Le mie erano interpretazioni del tutto sbagliate di ciò che stavo vivendo, ma - perdonatemi - non me la sento di farmene una colpa ma anzi, è questa la prova di quanto io fossi fin dal principio attaccato in un modo alienante alla vita.
Da qualche altra parte su questo mio blog, potreste trovare scritto di come io trovi curioso quanto cambino i pensieri, restando tuttavia sempre gli stessi. E no, non vuole essere una contraddizione. Ma far riflettere su come il tempo che passa e le esperienze che facciamo, ci facciano rivedere la nostra opinione su una determinata cosa. A me son serviti due ricoveri in reparto psichiatrico nel corso di quattro anni, per accettare il fatto che mi stavo sbagliando. È cambiato così il mio modo di pensare, ma non ciò a cui stavo pensando. A quel punto è come se mi fossi fermato dopo una lunga corsa ed avessi recuperato le energie per riprendere a passo lento, ma costante. Da quel momento, non mi sono più fermato. Penso, penso sempre tanto, forse troppo, ma non più male. E questo mi piace. Non è mai facile, anzi, ma le cose belle difficilmente lo sono.