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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

domenica 18 agosto 2024

Dio è uno.

Pochi giorni fa mi trovavo a scambiare due parole con un collega. Il turno di lavoro era finito da poco e stavamo fumando una sigaretta seduti su un muretto, prima di andare a timbrare per uscire e tornare a casa. Questo mio collega, con il quale non sono particolarmente in confidenza, mi ha piacevolmente stupito. Nato in Italia, le sue origini sono della Giordania. «Io sono di religione mussulmana, sono convinto e praticante» mi ha detto lui, che ha poi continuato: «non sopporto gli estremismi e le imposizioni soprattutto spirituali, mia figlia avrà tutto il diritto di scegliere in cosa credere». Io ho annuito, pensando fosse una considerazione fine a sé stessa. Ma poi, tornando a rivolgersi a me, mi chiede: «E tu? Credi in qualcosa?». Poche, troppo poche persone hanno le capacità per fare una domanda come questa. Ed altrettanto poche volte mi è stata rivolta questa domanda. Non volevo annoiarlo, il turno era finito e della sigaretta rimaneva ormai solo un mozzicone. Cercavo quindi le parole più immediate per rispondergli nel modo più efficace. «Credo in Dio, molto» gli ho risposto. A quel punto pensavo ci saremmo alzati per andare a timbrare l'uscita della fine del turno, ma lui ha insistito: «Sei cattolico?», ed io: «tecnicamente lo sono, anche se non è una religione dalla quale mi sento rappresentato. A dire il vero non credo nelle religioni come mezzo per raggiungere Dio». Lui mi guardava in silenzio, sembrava realmente interessato a ciò che pensavo, quindi ho ripreso: «ma ognuno sceglie la strada più adatta a lui, immagino. L'importante non è come si arriva a Dio, ma arrivarci». Lui mi ha sorriso, prima di intervenire, dicendo: «Come ogni buon fedele della mia cultura che si rispetti, conosco a memoria il Corano e trovo questa una cosa molto utile, sai?». Io gli ho chiesto per quale motivo mi dicesse così. «Perché trovo interessante scoprire come sia tutto collegato, ogni parola di quel testo scritto quasi millecinquecento anni fa trova continui riscontri nella nostra epoca e moltissimi punti in comune con la Bibbia, ad esempio». Io continuavo a restare in ascolto, quando lui conclude: «Dio è uno».

Okay, ma com'è possibile?