- Il tempo? Un figlio di puttana. Logora ogni cosa.
- Quello che intendevo era... Cos'è, il tempo?
- Ah. Bé, è una convenzione per organizzare la successione di eventi, stati o cose. Qualcosa del genere.
- Nei giorni scorsi ho fatto una riflessione nuova, sul tempo.
- Di che si tratta?
- Vedi, mi chiedevo se il tempo non fosse altro che una sorta di plug-in della coscienza.
- Non capisco.
- Percepiamo il tempo perché abbiamo una memoria, capisci cosa voglio dire?
- Quindi il tempo non esisterebbe senza la memoria?
- La memoria funziona attraverso processi cognitivi e cerebrali, il cervello di un gatto non è come il nostro e dubito i gatti abbiano la nostra memoria e, quindi, la nostra percezione del tempo.
- Certo, ma non dimenticare la paura.
- La paura?
- La paura, sì. È una delle emozioni più universali che accomuna gli esseri viventi. La paura nasce dal pericolo della morte e di una fine. Anche i gatti hanno paura della morte, della fine del loro ciclo vitale. Hanno quindi, sicuramente, una loro percezione del tempo.
- È proprio a questo che volevo arrivare. Non credo possa esserci una definizione universale né tantomeno una percezione comune, del tempo.
- Certo.
- Sai, inizio a pensare che non siamo noi a scorrere su di una linea temporale, ma che sia il tempo stesso a fluire in noi attraverso la nostra coscienza, passando per la memoria.
Chissà come percepisci questa realtà. |