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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

domenica 16 giugno 2024

È tempo di gatti.

- Cosa pensi del tempo?
- Il tempo? Un figlio di puttana. Logora ogni cosa. 
- Quello che intendevo era... Cos'è, il tempo?
- Ah. Bé, è una convenzione per organizzare la successione di eventi, stati o cose. Qualcosa del genere.
- Nei giorni scorsi ho fatto una riflessione nuova, sul tempo. 
- Di che si tratta?
- Vedi, mi chiedevo se il tempo non fosse altro che una sorta di plug-in della coscienza. 
- Non capisco. 
- Percepiamo il tempo perché abbiamo una memoria, capisci cosa voglio dire?
- Quindi il tempo non esisterebbe senza la memoria?
- La memoria funziona attraverso processi cognitivi e cerebrali, il cervello di un gatto non è come il nostro e dubito i gatti abbiano la nostra memoria e, quindi, la nostra percezione del tempo.
- Certo, ma non dimenticare la paura.
- La paura?
- La paura, sì. È una delle emozioni più universali che accomuna gli esseri viventi. La paura nasce dal pericolo della morte e di una fine. Anche i gatti hanno paura della morte, della fine del loro ciclo vitale. Hanno quindi, sicuramente, una loro percezione del tempo.
- È proprio a questo che volevo arrivare. Non credo possa esserci una definizione universale né tantomeno una percezione comune, del tempo.
- Certo.
- Sai, inizio a pensare che non siamo noi a scorrere su di una linea temporale, ma che sia il tempo stesso a fluire in noi attraverso la nostra coscienza, passando per la memoria.

Chissà come percepisci questa realtà.

Okay, ma com'è possibile?