Forse premio a qualche imbarazzante gioco in fiera
oppure acquistato in un negozio che nemmeno so dov'era,
poi portato via da dove sono nato chiuso e sigillato in una busta piena.
Riversato a forza in un acquario di vetro,
giro nuotando, rigiro sguazzando e non mi guardo indietro,
nemmeno al pensiero che il mio mondo è meno profondo di un metro.
Tutto il giorno oltre il vetro riflessi distorti mi fanno pensare,
che vista da dentro questa boccia non sia così geniale
se girando in tondo avanzo nuotando senza mai arrivare.
Galleggio a mezz'acqua poi mi immergo nel fondo,
riemergo alla luce che brucia anche per un solo secondo
ma poi, mi accorgo che trovo ossigeno solamente mentre affondo.
Guizzo oltre un piccolo forziere ricolmo di tesori e denari,
poi nuoto all'interno del relitto di un galeone sui fondali
e mi perdo dentro un fiore d'acqua fatto tutto in plastica fino alla psicosi.
Se è questa la mia sorte batto forte il muso contro queste porte,
per destino sono il gioco di un bambino che mi guarda da vicino
e con il dito poi picchietta sopra il vetro con lo sguardo malandrino.
Niente da fare,
posso solo annaspare in quest'acqua dolce
di bugie, di menzogne,
chiedendomi quale sia l'aspetto
del mare all'orizzonte.