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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

giovedì 16 novembre 2023

Poor.

Mi capita spesso, specialmente nei fine settimana, di fare due passi in città. Non amo i grandi centri, è tuttavia per me un buon modo per riprendere contatto con il mondo che mi circonda. Sono cresciuto passeggiando le domeniche pomeriggio per le vie di Milano, poi Bergamo. Tra alcune di queste città ho amato Siena, trovo bellissima Parma ma non apprezzo particolarmente Venezia. Pochi giorni fa mi trovavo a Padova, che avevo già avuto modo di visitare quand'ero bambino. Rimango sempre tristemente colpito da come, in luoghi così "ricchi", sia così semplice imbattersi nella più cruda "povertà". Durante quella giornata, il mio sguardo si è incrociato almeno due volte con quello della stessa persona. Un uomo sui quarant'anni, visibilmente stanco e mortificato ma molto curato nell'abbigliamento anche se estremamente semplice. Ho notato subito le sue mani: non pulite e curate ma quelle di chi ha lavorato una vita. Eppure, tra quelle stesse mani, scritto con un pennarello su di un pezzo di cartone un urlo disperato: "Sono un padre, abbiamo fame". Il suo sguardo schivo, triste ed umile cercava comunque quello dei passanti. Dalla sua bocca un educatissimo "Buongiorno" usciva sottovoce, quasi con il timore di disturbare. Sembrava quasi una carezza tuttavia nessuno rispondeva anzi, molte delle persone da lui salutate sembravano quasi infastidite da quella presenza. Loro camminavano, sembrando tutti molto presi dai loro smartphone o dalle conversazioni che stavano intrattenendo con chi gli era accanto. E dovevate vedere, credetemi, con quanta agilità schivavano quell'uomo per loro "invisibile" allo stesso tempo. Perseveriamo, noi tutti, nel voler vedere solo ciò che più ci appaga o, peggio ancora, solo ciò che ci rende "semplice" la vita. 
Andiamo in centro, camminiamo, lavoriamo, compriamo cose, mangiamo, festeggiamo prima Halloween e poi il Natale e facciamo un'altra infinità di cose 
che non fanno altro 
che renderci
sempre
più
poveri.

Okay, ma com'è possibile?