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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

venerdì 27 ottobre 2023

L'ho fatto o, meglio, ci ho provato.

Non credevo sarei mai stato in grado di farlo. Eppure è già passata una settimana ed ho avuto modo di rifletterci molto in questi giorni. Ora sono qui a scriverne. Purtroppo facciamo tutti cose che ci siamo sempre ripromessi di non fare o che non avremmo mai immaginato di riuscire a fare. Questa cosa dovrebbe terrorizzarci, toglierci il sonno. Eppure la vita continua nel suo corso e continuiamo a dormire profondamente. Il mondo continua a girare e nessuno sembra voler scendere da questa giostra. Le persone che ruotano insieme a me non ne parlano. Come fosse una vergogna, uno stigma. Molto ingenuamente, il giorno dopo, ho cercato un confronto con i miei genitori. Non hanno voluto parlarne. Solo la mia compagna, ogni tanto, dice qualcosa ma sempre ironicamente. Lei dice di sentirsi tradita. È come aggiungere dolore alla sofferenza. Io non ricordo niente. Volevo farlo davvero, Dio santo, volevo farlo davvero! Non posso crederci. Non è andata come doveva andare. Non trovo giusto io debba sentirmi in colpa per aver cercato una via d'uscita da qualcosa che mi tiene in gabbia da così tanto tempo. Guardo al futuro e non riesco a vederci niente di buono. Sto riflettendo su alcune decisioni da prendere e che inevitabilmente si ripercuoteranno non solo su di me nei mesi e negli anni che verranno. Sono molto stanco ed, oltretutto, demoralizzato perché non sto più riuscendo a scrivere come prima. Scrivere mi ha sempre aiutato, è una buona valvola di sfogo. Quello che più mi preoccupa è che se smettessi di scrivere sarebbe un po' come dimenticare, e questo l'ho già ripetuto fin troppe volte. Il cosiddetto blocco dello scrittore è per lo scrittore stesso come un'amnesia. Ho dentro tante, troppe, cose per riempire queste pagine. La sensazione è però quella di tendere una mano a qualcosa che, piano piano, sta sempre più svanendo alla mia vista.

Okay, ma com'è possibile?