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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

giovedì 6 luglio 2023

Insonnia.

È tardi. Siamo gli unici a non dormire in questo posto. Agonizziamo nel lento scorrere del tempo, in una gabbia fatiscente e vuota che odora di rabbia. Evitiamo di incrociare i nostri sguardi, non reggeremmo di vedere riflessa negli occhi dell'altro un'ulteriore sconfitta. Quando capita che ci guardiamo lo facciamo con l'imbarazzo di accorgersi ciò che siamo diventati. Siamo fragili oltre che deboli e stanchi. L'insonnia ti toglie ogni cosa, anche i sogni. Ti da tuttavia la silenziosa pazienza per apprezzare le sfumature del cielo che si accende. Così tardi, così presto. Sembra tutto così lontano nella notte, soprattutto le preoccupazioni. Come se la notte fosse un mondo a parte, una realtà parallela. Le nostre vite sono rimaste nella parte del mondo che ora è illuminata. Qui, nell'ombra, è rimasto quello che siamo per davvero. Per quanto possa essere buia, una notte insonne qualsiasi, porta chiarezza su dettagli che solitamente non vengono colpiti dalla luce del sole. E tutto si lascia contemplare nel silenzio, da lontano, in quella terra di nessuno che non è ieri e non è domani. Ma sempre oggi. Abbiamo gli occhi chiusi, ti allungo la mano e non la vedi. Tu di ghiaccio nella notte non ti fai trovare. Alzo le spalle, mi accendo una sigaretta e trovo invece la calma. Gioco col caos e ne seguo l'ordine. Mentre tu immobile, mi fissi. Arriva l'alba, suona la sveglia e devo alzarmi per andare a lavoro. 

Okay, ma com'è possibile?