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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

domenica 23 luglio 2023

Cuciamo idee addosso alle persone che fanno parte della nostra vita. Le vestiamo delle nostre aspettative, accessoriandole con i nostri sogni come fossero nastri di seta brillantati. Oppure le specchiamo nei nostri incubi peggiori facendole suonare come pianti terrorizzati. Prima ancora di voler bene ad una persona amiamo l'idea che ci siamo fatti di quest'ultima. Il più delle volte questa è carica di significato oltre ogni previsione. Rifletto molto spesso ormai da tempo che, io, per l'altro non sono nient'altro che un'idea. E questo non è male, considerato il fatto che un'astrazione è la somma delle parti che compongono l'intero. Un po' come se potessi vedermi dall'esterno con occhi diversi ed una consapevolezza del tutto. Localizzarmi e prevedere la mia traiettoria nella vita e nel cosmo. È oltretutto una visuale su di me che non riesco ad avere, perché ovviamente abituato (costretto?) a vedermi da dentro. Il problema è che un'idea è quasi sempre soggettiva e tristemente contaminata da pregiudizi e moralismo. Magari per qualcuno che mi legge senza conoscermi potrei essere semplicemente "quello che scrive" o, per chi mi conosce meglio, "quello là, che fa quel lavoro, che ha quella famiglia, che fa quelle cose". Voglio dire che nessuno conosce nessuno per davvero, mai. Conosciamo tuttalpiù una parte di quella persona. Il più delle volte combacia con quella di cui abbiamo più bisogno. Le persone le costruiamo noi. Dal punto di vista della persona esiste l'io nella sua totalità, magari non sempre pienamente conosciuta ma sicuramente presente nell'insieme. Alla vista degli altri siamo frammentati. Passiamo attraverso un contagocce. 

Tutto questo credo ci renda tutti sempre un po' più soli.


Okay, ma com'è possibile?