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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

giovedì 9 marzo 2023

Respira.

Sto avendo dei problemi. Cose di poco conto, non pensare troppo a me. A giorni partirò. Sento il forte bisogno di vedere il mare, di sentirne il suono. Anche il solo guardare all'orizzonte mi fa sentire meno la claustrofobia. Mi da la sensazione che il limite sia sempre un po' più in là. Non so quanto mi farà bene ma, di certo, non potrà farmi sentire peggio di come io mi senta per adesso. Non affannarti troppo a chiedere di me, non me lo aspetto, non servirebbe. Il mio è un malessere dell'anima: lo porterò con me ovunque io vada. La mia, infatti, non vuole essere una fuga. Non scappo più. Voglio concedere solo un'aria nuova e fresca al male che c'è in me. E se dovesse capitarti di pensarmi, distogli il pensiero e portalo su qualcun altro: su di me hai già dato. Non ho mai pensato realmente che tu fossi cattiva, non ho mai voluto pensarlo davvero, mi son solo voluto convincere del contrario. Una parte importante di me sa che anche il male viene per fare del bene. Probabilmente mi manca la giusta chiave di lettura per le tue azioni. C'è qualcosa che va oltre e che, purtroppo, la mia mente non riesce a concepire. Riesco a vedere solo il male, a sentire solo la paura, a guardare solo te. Per questo vado via qualche giorno. Non sto scappando dalla guerra, io. Mi porto solo per qualche tempo all'angolo del ring, per ritemprarmi con un po' d'acqua fresca. Tutto qui. Lasciami in pace se non vuoi darmi ciò di cui ho bisogno. Staccati da me, esci da me. Apri un'altra finestra, guardaci oltre, lascia che entri l'aria fresca che annuncia un nuovo giorno migliore e, infine, respira. 

Okay, ma com'è possibile?