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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

martedì 7 marzo 2023

Buio.

Scrivo da un luogo freddo, grigio ed umido. Qua non filtra la luce del sole, non ci sono finestre ma una piccola lampadina penzola dal soffitto insieme a qualche cavo elettrico scoperto. Funziona ad intermittenza, probabilmente si starà bruciando. Il pavimento è di freddo marmo grezzo. Non ci sono porte. Non mi è chiaro come io sia potuto finire in questo piccolo, angusto spazio. Di tanto in tanto qualche rumore alle mie spalle, come qualcosa che si muove nella mia stessa ombra. Poi ricordo di essere solo, qua dentro. Stanno giocando con me. Ripercorro all'indietro gli ultimi ricordi che ho prima di riprendere conoscenza qua dentro: vedo un giovane ragazzo di vent'anni. Probabilmente troppo preso da sè stesso, sicuramente pieno di problemi ma con forza a sufficienza per riuscire a chiedere "aiuto". Non ricordo poi altro. Mi ritrovo qua. Il tempo, in questa stanza, non esisite. Mi è stata tolta ogni cosa. Anche la percezione del mio corpo. Non lo sento più. Divento astratto. Sono un pensiero, una frequenza. Niente di più. Stanno giocando con me. Sento una voce molto lontana venire dall'esterno. Una voce femminile che sta chiamando un nome, starà forse chiamando me? Non ricordo più nemmeno il mio nome. La luce della lampadina va e viene. Poi ancora quella voce di donna, in lontananza: "Dove sei?". Provo allora ad urlare per rispondere. Non ho voce. Sono paralizzato. Vedo il mio corpo ma lo percepisco come un involucro privo di forze, privo di vita. La lampadina continua a dare problemi. Quando smette di illuminare la stanza mi sembra di intravedere una figura, nel buio. Quando la stanza torna ad illuminarsi, non vedo più nulla se non grigie pareti ammuffite e grondandi di umidità. Me ne sto seduto all'angolo, rannicchiato. Non riesco ad immaginare da quanto tempo io mi trovi qua dentro. Sembra in ogni caso troppo. Mi chiedo se qualcuno, là fuori, mi stia cercando. Se qualcuno si chieda dove io sia finito. Non ho nessun ricordo di qualcuno che mi conosca abbastanza da porsi queste domande. Mi sto dimenticando e più mi penso e più la lampadina sembra volersi spegnere. Un brivido risale lungo la mia schiena, fino al collo e poi una domanda nella mia testa: "Tu, chi sei?"

Scoppia la lampadina. C'è buio. 

Okay, ma com'è possibile?