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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

domenica 15 settembre 2024

domenica 8 settembre 2024

Pensa in grande.

Qual è la cosa più grande, più importante, che pensi possa capitarti?

Riflettici attentamente. La risposta potrebbe non essere così scontata.

Potresti addirittura non riuscire nemmeno ad immaginarla, la risposta.

Fragole.

Non ci siamo mai accorti di quanto il sapore delle fragole fosse dolce e zuccherino, così delicato sulla lingua. Mai assaporato con intensità il profumo delle gardenie che adornavano da quasi vent’anni il giardino della mia casa. E nemmeno mai troppo a lungo abbiamo osservato con naso all’insù le stelle, che brillando nella notte illuminano il firmamento. Avevo un gatto, mancato pochi mesi prima della Loro venuta, il suo nome era Funny. Non so cosa darei per sentire ancora una volta la morbidezza del suo pelo tra le mie dita o ascoltare il suo miagolio la mattina appena sveglio.
Quando Loro vennero non eravamo pronti. Nessuno lo era, mi chiedo come avremmo potuto esserlo. Il Loro arrivo era però ciò di cui avevamo bisogno, nel bene e nel male. Qualcuno di noi trovò in quella venuta una nuova ragione di vita, dando risposte e un senso ad ogni propria domanda. Giustificando il dolore della propria esistenza e riuscendo così ad essere grati per le gioie vissute. Qualcun altro, invece, perse la testa. Avevo un vecchio amico d’infanzia che, quando avevamo poco più di vent’anni, decise di scegliere la strada ecclesiastica. «Alex, è la mia strada, me lo sento. Mi ha chiamato Dio» mi disse quella sera in un bar di zona. Io non potevo che essere felice per lui, nonostante mi fossi sempre proclamato agnostico e questo lui lo sapesse. Ne era così convinto ed entusiasta che abbracciava quella vocazione con tutto sé stesso e questo lo riempiva di gioia. Ha messo sempre molto amore in quello che per lui non era un semplice mestiere ma, secondo lui, il volere di Dio. Il suo nome era Martin e si tolse la vita quando Loro arrivarono. Non sopportò l’idea che la sua vita, e tutto ciò su cui l’avesse costruita fino a quel momento, fosse niente di più che una bugia. Dopotutto, anche il mio gnosticismo lo era stato; ma il mio pensiero mi poneva in una posizione migliore per accettare ciò che stava avvenendo.
Oggi annuso le gardenie mentre mangio fragole con lo sguardo rivolto alla notte, con la consapevolezza che il mio amato gatto non c’è più. Quel profumo, quel sapore e quelle stelle sono le uniche cose che abbiamo, le uniche che possiamo avere. Trovare il proprio posto nel mondo ci rende piccoli ma non insignificanti. E questo lo abbiamo appreso troppo tardi. Non per deduzione di una mente particolarmente evoluta come la nostra, ma perché ci è stato spiegato.

Oggi ho qualche certezza in meno, ma qualche consapevolezza in più.

sabato 7 settembre 2024

Sto vivendo la vita che meno avrei scelto.

Eppure non la cambierei per niente al mondo. 

Ormai voglio vedere come va a finire.

venerdì 6 settembre 2024

Rami.

Rami caduti al suolo, fragili

e indifesi, sotto il peso
 
dei loro germogli mai nati;

giacciono alle porte dell'autunno

che porta con sé tutto l'amaro
 
delle speranze ormai andate.

Ora infranti come sogni dimenticati.

lunedì 2 settembre 2024

La terza via.

"Solo una cosa è in grado di uccidere la morte. Ed è la consapevolezza della vita."

[Il ragionamento che segue non è ciò di cui sono convinto riguardo alla realtà delle cose. O ad alcune di esse, almeno. Mi sono però divertito a farlo.]

Molti credono in qualcosa come, ad esempio, in Dio. La maggior parte di loro è convinta che dopo la morte vi sia il paradiso o l'inferno ad attenderli. O altre vite. La reincarnazione. O qualcosa del genere.
Molti altri, invece, non credono in niente e sostengono che tutto sia frutto del caso e che dopo la morte non ci sia assolutamente nulla.
Proviamo a prendere in considerazione per un attimo un'ulteriore possibilità. Così da trovare la terza via.
Supponiamo l'esistenza di un'intelligenza superiore - della quale non sappiamo niente e a noi inaccessibile - che ci abbia generato. Liberiamoci a questo punto dai dogmi delle religioni, dalle dottrine spirituali che prevedono qualcosa oltre questa esistenza. Prendiamo un pizzico di ateismo e materialismo ed usiamolo con cautela nel provare ad immaginare che, forse, dopo questa esperienza di vita possa non esserci niente. Potremmo così essere realmente limitati nel tempo e nello spazio e semplicemente (e paurosamente) fini a noi stessi. Tuttavia mai nati dal caso ma, anzi, figli di un Dio che ha creato qualcosa destinato a finire; per un motivo che a noi sfuggirà sempre.
Provando ad immedesimarci in questa condizione, chiedo: è possibile eliminare la paura della morte e, quindi, ucciderla? Senza farci schiacciare dal senso di oppressione e di angoscia nati dalla nostra condanna a morte?
La risposta, per quanto mi riguarda, è sì. Ma alla sola condizione di poter conoscere la nostra vera natura, di esseri creati da un'intelligenza superiore ma non per questo per forza eterni. Sradicando così la convinzione che Dio sia misericordioso nell'aspettarci in una vita eterna. Ma aspetta, Dio è cattivo perché non ci porterà per sempre nel paradiso punendo la gente cattiva all'inferno? No. Dio non è cattivo per questo. A noi, in quanto esseri terrestri, niente era dovuto. Non dobbiamo aspettarci niente, dopotutto. Nasciamo e moriamo, forse. È il nostro percorso in questa esistenza. Dio è cattivo per altre ragioni, probabilmente.

L'infelicità è la forma che prende la consapevolezza dell'esistenza di altro.