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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

domenica 19 maggio 2024

Tutto okay.

Questa è una di quelle sere in cui i pensieri sono più martellanti del solito. Sarà probabilmente anche colpa del mal di testa. Soprattutto ultimamente ripenso a cose vecchie, molto vecchie. Alcune cose della mia infanzia ad esempio, ma non solo. E tutto non può che sembrarmi, ancora una volta, incredibilmente curioso e bizzarro.
C'è stato qualcosa, nel corso della mia storia, che non è andato come sarebbe dovuto andare e questa è per me una consapevolezza ormai consolidata. Nel corso degli anni sono anche riuscito a mettere a fuoco e ad individuare alcuni di questi elementi. Nonostante qualcosa sia andato nel verso storto, resta tutto tristemente perfetto. 
Non so voi, ma fin da piccolo guardavo il mio riflesso nello specchio chiedendomi per quale motivo io avessi proprio quei lineamenti del viso o per quale motivo i miei occhi fossero proprio di quel colore. La genetica, sì. E quando la scoprì iniziai ad interrogarmi sul perché i miei genitori fossero proprio quegli individui, e non altre persone. A quel punto andai ancora più indietro, nelle loro storie prima della mia venuta al mondo e le trovai così perfette per me, nonostante non siano state sempre belle. Anzi. 
Ma è così facile immaginare una vita diversa? Per me no. E questo mi fa paura. Ed oltre la paura c'è anche il senso limitante di inadeguatezza di quando mi guardo intorno e vedo i volti delle persone che mi circondano aspettarsi qualcosa da me.
Percepisco tutto così perfetto da sembrare quasi costruito come una scenografia su di un palcoscenico. Essere me è difficile, per me. Ma, purtroppo o per fortuna, non riesco ad immaginare altro. Il mio ruolo è diverso. Lo è sempre stato.

Okay, ma com'è possibile?