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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

mercoledì 15 maggio 2024

Solo per i più coraggiosi.

La tragedia umana è la costante ricerca di approvazione dell'altro. Quella continua necessità di completarsi non è lo scopo ultimo della nostra esistenza, dal mio punto di vista. Questo è, oltretutto, un concetto mal posto. Perché non si tratta mai di completarsi, in quanto chiediamo sempre qualcosa all'altro. Qualcosa in più, non quello che ci manca per ritrovare la nostra totalità. L'errore successivo è quello di sperare troppe volte che la nostra totalità, il nostro sistema, si debba chiudere automaticamente con chi ci sta affianco in un modo o nell'altro. Mi piace visualizzare gli individui come degli insiemi. Dovremmo coltivare rapporti, legami e relazioni solo in virtù dell'intersezione che ne nasce dall'unione. Se è vero che la mia libertà finisce dove inizia quella dell'altro, allora, non dovremmo mai sentirci nella posizione di pretendere, ma nemmeno chiedere con cortesia, nulla a chi sta con noi. Ho sentito troppe volte dire che possiamo prendere dagli altri ciò che sanno darci, nulla di più. Questa cosa è vera ed è questo ad essere il qualcosa in più, del quale dobbiamo accontentarci senza cadere nella trappola di voler cambiarlo. Poi, certamente, dobbiamo avere un'onestà intellettuale tale che ci permetta di determinare se quel qualcosa ci piace o no, se ci fa bene o addirittura non ci stia danneggiando. Mai, mai e poi mai chiedere dell'altro. È come se il giorno del mio compleanno io mi aspettassi un regalo da una persona a me cara. Immagino che mi andrebbe di ricevere qualsiasi cosa, da questa persona. Ma qualora il regalo non sia di mio gradimento di certo non le chiederei di andarlo a cambiare e di portarmi qualcosa che non sia nemmeno alla sua portata. Ognuno di noi ha dei limiti, delle cicatrici che forse nemmeno conosciamo, e sono queste i confini delle nostre capacità relazionali. Non sarebbe giusto buttare sale su una cicatrice, pur di spingere una persona ad andare oltre. Vogliamo parlare di amore? L'amore è una cosa per pochi, un lusso. È terribilmente difficile amare, provare del bene in maniera assolutamente sincera, onesta e pulita. Il più delle volte è anch'essa una trappola. Cose paurose sono state fatte per amore di qualcosa o qualcuno, nella storia e non solo. Purtroppo l'amore non è quasi mai ciò che diamo, ma più che altro quello che ci aspettiamo. "Ti amo perché mi fai stare bene" o "Non ti amo più perché mi fai stare male", queste sono scusanti per le nostre emozioni o non-emozioni. Ed è di quelle che ci dobbiamo preoccupare, è quello che abbiamo dentro che dobbiamo coltivare e che dobbiamo interrogare. "Dimostrami che mi ami" non è una frase, è una pistola puntata contro il cuore. Abbiamo già, tutti noi, problemi di comunicazione che nemmeno possiamo immaginare. Figuriamoci dover spiegare o dimostrare l'amore. La differenza tra una carezza ed un pugno la conosciamo tutti, spero. Ma la verità è che l'amore non lo si trova e non è una scoperta, ma un'invenzione umana. Così la vedo io. 

Okay, ma com'è possibile?