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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

mercoledì 31 gennaio 2024

Play #2.

(INTERFERENZA)

Mi è impossibile non ripensare, tutt'oggi, a certe cose che mi sono accadute. Lo sarebbe per chiunque, immagino. Penso inoltre sia questa la spinta vitale della quale parlo spesso: la conoscenza. L'essere umano è curioso e questo gli ha permesso, nel corso della sua esistenza al mondo, di scoprire. 

(INTERFERENZA)

Quando ero molto piccolo dicevo che da grande mi sarebbe piaciuto fare l'astronauta. A quell'età vedevo l'uomo come un "terrestre"; ritenevo che la cosa più elevata che un essere umano avrebbe potuto fare, sarebbe stata esplorare quel che c'è "fuori". Dopodiché mi convinsi che l'essere umano fosse, sì, terrestre ma che avrebbe dovuto invece esplorare "l'interno". A quel punto cominciai a dire che da grande avrei fatto l'esploratore.

(INTERFERENZA)

Questa non è una voglia di "sapere", è invece una necessità di dover "capire". Capire, nel senso più profondo del termine. Ed è una cosa sana perché si specchia nella conoscenza che persegue il progresso. Non parlo esclusivamente di progresso tecnologico, scientifico e nemmeno di progresso "umano". È una cosa molto individuale, intima, che diventa personale. Qualcosa che ha a che fare con il benessere di chi fa l'esperienza di comprendere a pieno una cosa importante per chi la vive. E probabilmente anche per molti. 

(INTERFERENZA)

Okay, ma com'è possibile?