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Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

lunedì 9 ottobre 2023

È difficile.

Sto scrivendo delle cose. Qualcuno legge e pochi capiscono. Troppi fraintendono. 
Ricordi quella statua che lucidavi? Aspetta che ti do una mano volentieri. Tanto non la vedrà mai nessuno. Però mi piace sapere che c'è. Arte a metà tra la distopia ed il realismo. Neuroscienze e biotecnologia applicate alla vera psicologia. 
Meno male che nella vita faccio altro. 
A volte forse potrebbe sembrare che su questo blog non si capisca bene mai chi parla a chi o di cosa e, soprattutto, perché. La realtà è che le parole che scelgo andrebbero quasi sempre più viste piuttosto che lette. Il messaggio verbale arriva in maniera sempre più contorta al destinatario e troppo spesso anche distorta. Le immagini visive e retoriche restituiscono un impatto ben diverso. Come fossero universali ed oggettive ed allo stesso tempo immediate, emozionanti, paurose, quasi umane. 
Sento di essere immerso in qualcosa di per me enorme. Sto attraversando un periodo difficile per qualcosa che non comprendo mai a pieno. E non è facile ormai. Sento che potrebbe star finendo una fase ed iniziarne una non necessariamente nuova, ma almeno diversa, per me. Dopo tutto questo tempo. Anzi, temo che non sarà nemmeno bella ed ancora meno facile o leggera. Ho registrato un file audio sul quale parlo proprio di speranza. Quella è morta. Ho sentito tante cose, visto tante cose in quelli che ho misurato come i miei primi trent'anni in questa condizione. Ma la mia vita procede su una retta parallela rispetto a quello che ho sempre ritenuto essere la normalità. Tutti parlano ma nessuno dice nulla. Ho spesso voglia di piangere davvero. Neanche le lacrime sono in grado di raccontare qualcosa di me. Scorrono però come parole. Mi chiedo quando le finirò entrambe. Ho finalmente capito di non capire. Questo mi fa sentire totalmente spiazzato e preoccupato. Sembra un esperimento dimenticato da tutti. Io non sono l'on e l'off. Io sono in un cazzo di standby. Fuori sta succedendo qualcosa. Da qua riesco a malapena ad origliare parole troppo spesso distorte. Non vorrei avere paura perché sono un grande presuntuoso ma il terrore mi sveglia la mattina e dopo avermi appiccicato un ghigno sul volto a calci in culo mi manda ad esistere, agghindato dalla scritta Io sulla fronte. Qualcosa dev'essere andato storto. Ed anche a questa cosa possiamo attribuire parole, suoni o addirittura nomi: interferenza, bug, cortocircuito fino a diventare una vera e propria disabilità perché non permette una vita cosiddetta normale. Vengo da tempi bui in strade sconosciute e pericolose. Vorrei vedere le persone intorno a me sempre serene almeno quanto mi sono apparse in tutti questi anni. Sono in una situazione dalla quale non posso uscire e dentro alla quale non voglio stare. E non so come io ci sia finito. So solo alcune cose delle quali non so cosa fare, ripeto inoltre di aver capito di non aver capito. Eppure la sensazione è quella di sapere qualcosa in più rispetto a molti ma questo mi pone sempre in svantaggio, oltre che una preda facile. È una guerra ad armi impari. Lancio coriandoli mentre una fanteria mi sta caricando. Per quale motivo muovere una guerra come questa? 
L'unica cosa che posso fare è rimanere a guardare finché avrò occhi e studiare finché avrò quel poco di intelletto rimasto. Siamo immersi in qualcosa nel quale sento di avere un ruolo diverso dagli altri ma, soprattutto, una visuale diversa. Diversa, attenzione: non ho detto privilegiata. So solo che mi arriva una visuale distorta e confusa.

Okay, ma com'è possibile?