Player

Tocca le mie ferite e credi nella mia sofferenza, non ho altro da dimostrare di ciò che è rimasto di una partita al gioco più folle al quale io abbia mai partecipato. Ma se hai pochi minuti da dedicarmi, ho una storia da raccontarti. Mettiti comodo.

martedì 4 luglio 2023

Gaslighting.

Sono stanco, tra le altre cose, di dover giustificare una costante e generale incomunicabilità con un sempre puntualissimo "forse non mi spiego". Una frase non detta ma vomitata. E la gente sembra sempre prenderla come un invito a svincolarsi dal dovere di capire. Per non parlare di tutte le volte che mi son dovuto sentir dire "tu non capisci" e mandarlo giù a forza, come un boccone già troppo masticato. Quando qualcuno mi dice "dobbiamo parlare" mi viene sempre un po' il prurito al cervello.
Diversi anni fa ho avuto uno scambio di mail con una persona che, in maniera molto intelligente, mi ha fatto riflettere sulla differenza tra il "parlare con te" ed il "parlare a te". All'epoca ancora non comprendevo a pieno questa sfumatura, mi ci sono voluti degli anni per farla mia. Tutt'oggi però la difficoltà nel trasmettere un messaggio qualsiasi resta concreta trascinando con sé diversi effetti collaterali. Tipo la frustrazione dell'isolamento. Non pretendo di essere compreso né tantomeno capito ma, Cristo, almeno ascoltato! Per non parlare di tutte le volte che mi son dovuto sentir dire "tu non parli". È vero, non parlo ma solo perché sono stanco marcio di dover essere io a giustificare l'incapacità degli altri di comprendere. Ognuno ha i propri limiti, su questo siamo d'accordo. Io c'ho i miei. Ma se vogliamo un vero scambio, un vero dialogo, accettiamoli e mettiamoli sul tavolo delle trattative invece di nasconderli dietro il mio fin troppo altruistico "forse non mi spiego". In quel momento mi vedo aprire un enorme ombrello che ci ripara tutti dalla merda che sta piovendo sulle nostre teste e, nonostante questo, passare sempre per lo stronzo che tiene l'ombrello per sé.
Ma forse non mi spiego.


Okay, ma com'è possibile?